Organizzati da Sire Coop, per domani, sabato 19 aprile, sono previsti due appuntamenti per gli amanti delle visite guidate ai più importanti monumenti di Napoli.
Il primo è “San Giovanni a Carbonara – Meraviglie Trecentesche”. La visita riguarderà la chiesa trecentesca di San Giovanni a Carbonara, tra le più ricche di opere d’arte della città, ubicata nell’omonima strada del centro storico, così chiamata in quanto era destinata in epoca medievale a luogo di scarico dei rifiuti inceneriti.
La fondazione del monastero e della chiesa va collocata tra gli anni 1339 e 1343 quando Gualtiero Galeota dona agli Agostiniani un suolo fuori le mura urbane denominato ad carbonetum.
È solo nel 1399, con l’arrivo di re Ladislao di Durazzo a Napoli, che ha inizio un completo rifacimento che conferisce alla chiesa l’aspetto attuale.
Le prime trasformazioni avvengono alla morte di Ladislao (1414), quando, per volere della sorella Giovanna, si eleva nel presbiterio della chiesa, il monumento funebre del sovrano.
Nel 1427, voluta da Sergianni Caracciolo, viene costruita la cappella della Natività dei Caracciolo del Sole. Aggiunta al muro di fondo della chiesa gotica, in asse con l’aula unica, alterando la tipologia precedente, non risulta chiara la logica compositiva della nuova cappella.
La visita offrirà quindi anche l’occasione per ripercorrere il tormentato amore della regina Giovanna II e del suo amante, morto per una pugnalata nel 1432 in Castel Capuano.
Per tutto il XVI e il XVII secolo la chiesa si arricchirà di sepolture e monumenti di notevole qualità plastica. All’antica chiesa, nel Settecento l’architetto Ferdinando Sanfelice, che lavorerà a lungo anche nell’annesso convento, aggiunge la cappella per Gaetano Argento nella quale costruirà anche il sepolcro.
Per l’esterno la soluzione sanfeliciana prevedeva una scala a doppia rampa con la quale l’architetto risolse il problema dei dislivelli fra la strada e i diversi ingressi degli edifici, chiesa della Consolazione e cappella di Santa Monica, che formano la complessa struttura architettonica.
Appuntamento ore 11:00 presso l’ingresso della chiesa.
Il secondo è “Il cimitero delle capuzzelle – L’antico ossario napoletano delle Fontanelle”. Il percorso si svolgerà nell’antico ossario sito nel cuore del Rione Sanità, nella zona scelta per la necropoli pagana e più tardi per i cimiteri cristiani.
Il sito conserva da almeno quattro secoli i resti di chi non si poteva permettere una degna sepoltura e delle vittime delle grandi epidemie che hanno più volte colpito la città. In quest’area erano dislocate numerose cave di tufo, utilizzate fino al 1600, per reperire il materiale costruttivo.
Lo spazio delle cave di tufo fu usato a partire dal 1656, anno della peste, flagello che provocò almeno trecentomila morti, fino all’epidemia di colera del 1836.
A tali resti si aggiunsero anche le ossa provenienti dalle cosiddette “terresante” (le sepolture delle chiese bonificate dopo il decennio francese). Il canonico Andrea De Jorio racconta che verso la fine del Settecento tutti quelli che avevano i mezzi lasciavano disposizioni per farsi seppellire nelle chiese. Qui però spesso non vi era più spazio sufficiente, accadeva, allora, che i becchini ponevano i defunti in una delle tante cave di tufo.
Tuttavia, in seguito alla improvvisa inondazione di una di queste gallerie, i resti vennero trascinati all’aperto, allora le ossa furono ricomposte nelle grotte ed il luogo restò destinato ad ossario della città.
Oggi si possono contare 40.000 resti, ma si dice che sotto l’attuale piano di calpestio vi siano compresse ossa per almeno quattro metri di profondità, ordinatamente disposte, all’epoca, da becchini specializzati.
Appuntamento ore 11:00 presso ingresso chiesa Santa Maria della Sanità (o di San Vincenzo).
Per entrambe le visite è previsto un contributo organizzativo. La prenotazione è obbligatoria.
info e prenotazioni: 392.28.63.436 – cultura@sirecoop.it – www.sirecoop.it