Pagea – Arte Contemporanea come terreno di incontro/scontro tra Sacro e Contemporaneo: fino al 3 gennaio 2018 la galleria ospiterà infatti “Affondo Celeste”, che espone le opere, in mostra per la prima volta, di Prisco De Vivo, impegnato da un decennio sul discorso della mistica nell’arte contemporanea, nella difficoltà di connettere logiche molto diverse, se non addirittura opposte, con l’arte contemporanea, da un lato, che fa dell’assenza di senso la sua ragion d’essere, e arte sacra dall’altro, che invece è epifania di una direzione. Un discorso complesso, affascinante proprio perché ai limiti del paradosso, dato che sia fede che laicismo hanno alla base la necessità di incorporare il sentire dell’uomo in estetiche che siano coerenti con le categorie con cui di epoca in epoca si esprime la dimensione dell’umano e dell’interiorità.
Così Annibale Rainone, curatore della mostra, a proposito delle opere in esposizione: «[…] Nelle opere qui presentate è possibile intravedere i segni di una nuova intesa. De Vivo, infatti, in risonanza con le tematiche da sempre a lui care, particolarmente attente alla cultura del post-umanesimo, riconosce quei segni che a suo avviso il sacro sceglie oggi per manifestarsi nella storia, proponendo un’arte della fede che è essenzialmente un discorso intorno alla natura dell’uomo d’oggi, delle sue paure e contraddizioni. Caratteri che il pregio di questa ricerca non limita alla mera illustrazione ma che, anzi, drammatizza sollecitando emozioni e pensieri, muovendo gli affetti […]». Tra le altre, l’opera Agata nel miracolo dei colori (Catania, 2006), dal cui seno amputato sgorgano, significativamente, pigmenti di colore al posto del sangue, o il murale Nada te turbe (Napoli, 2008) ispirato a Santa Teresa D’Avila.
Ancora Rainone: «[…] È l’arte a dare il senso del trascendente, del soprasensibile che va al di là dell’empirico, del fenomenico, in altre parole del tangibile. L’arte che è per De Vivo amore, devozione, vita, liberazione di entusiasmi irriflessi e di emozioni allo stato puro. L’artista conosce l’empatia nel senso proprio del termine, avvicinandosi a quelle sofferenze e a quell’angoscia esistenziale che vengono riscattate da un’operazione di sublimazione artistica pregevole e, sicuramente, tutta da ammirare quale eredità del più bell’espressionismo di matrice novecentesca.»
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 17,00 alle 20,00. Lunedì chiuso, domenica e festivi su appuntamento. Info: Elio Alfano 338 6643932.