Umberto Cortese, manager di Elmeco (azienda napoletana alla quale si deve l’invenzione del primo granitore nel mondo e che ad oggi offre soluzioni avanzate per bibite e creme fredde nel settore Horeca), in collaborazione con Francesco Conte, barman di grande esperienza e proprietario del locale Shakerclub drink&dream di Aversa, inizierà mercoledì un interessante percorso all’interno del mondo dei bar e della mixability.
Intervistiamo i due attori principali, promotori dell’evento, che ci svelano in anteprima alcune caratteristiche di questa idea innovativa.
Non ci resta quindi che tuffarci nello splendido mondo dei cocktail che, con i suoi colori, le sue consistenze ed i i suoi odori, rappresenta un mercato sicuramente innovativo ed interessante.
Un mondo che possiamo finalmente conoscere più nel dettaglio, grazie all’impegno e all’esperienza di aziende come Elmeco e professionisti come Francesco Conte, che, uniti, sono riusciti a creare qualcosa di nuovo e che genera curiosità. Si può definire come un vero e proprio mix di successo.
Signor Cortese, come è nata l’idea di questo ciclo di incontri, ovvero dal punch ai frozen al ready to mix? Questa in realtà è un’idea datata, che nacque circa 20 anni fa, poco dopo aver conosciuto Francesco Conte. Già all’epoca facemmo una convention che radunava un po’ tutti i nostri distributori e pensammo che le macchine di Elmeco potessero essere utilizzate per la creazione dei frozen cocktail. Ricordo che avendo a quel tempo dei clienti tedeschi Francesco, che è un barman molto talentuoso e appassionato, ne creò alcuni con la birra. Altri impegni e priorità ci portarono a mettere in secondo piano l’idea, ma oggi siamo certi che sia giunto il momento giusto per lanciarla. Inizieremo questo ciclo di incontri, di cui il primo fungerà da laboratorio.
Per un’azienda come Elmeco quanto è importante la sinergia con il mondo dei barman? E’ una sinergia fondamentale che stiamo cercando di attivare perché c’è tutto un mondo molto professionale da scoprire e che risulta al momento “vergine”. Va però affrontato con la dovuta cautela perché il barman è il centro del cocktail, colui che prepara il drink e lo guarnisce vendendo, cos’ al cliente, una anche una storia.
L’idea è quindi mettergli a disposizione la nostra macchina per far fronte a volumi di lavoro impegnativi, facendo però restare il barman al centro dell’attenzione. L’attore principale è sempre lui.
La macchina, invece, funge da ausilio che, pur svolgendo un lavoro prezioso, deve rimanere dietro, come sfondo.
A differenza di altre situazioni in cui la macchina deve essere bene in vista e attirare i clienti, in questo caso è uno dei vari “tool” del barman.
-Quali obiettivi spera di raggiungere tramite la realizzazione di questi eventi? Entrare nel mondo dei barman attraverso la nostra attrezzatura e diventare un’azienda indispensabile per questo mercato. Ovviamente entrando in questo nuovo business potrebbero crearsi anche altre opportunità che ci potrebbero spingere a inventare nuove cose. L’obiettivo primario rimane quello di diventare l’azienda di riferimento per i barman e i gestori dei bar.
-Gli invitati che parteciperanno all’evento del 15 marzo ad Aversa a cosa assisteranno di preciso? L’evento si rivolge principalmente a barman o a persone che abbiano un’attività in questo settore. All’incontro Francesco Conte preparerà delle ricette elaborate ed innovative. La grande novità è l’assenza del ghiaccio poiché sarà la macchina a produrre direttamente il prodotto e quindi anche la ricetta stessa deve essere completamente riformulata. Francesco ne ha elaborata una che dà delle indicazioni sommarie, anche se a seconda degli ingredienti a disposizione bilancerà bene tutti gli elementi. Insomma cercherà di insegnare ai professionisti presenti come si possono trasformare delle ricette classiche attraverso la nostra macchina. Durante i momenti di degustazione si confronteranno i cocktails tradizionali con quelli preparati con l’ausilio del macchinario. Per noi sarà importane osservare i le reazioni ed i feedback per capire eventualmente dove e come migliorare.
-Dopo l’evento del 15 marzo di Aversa ci saranno altre tappe? Inizieremo dal locale di Francesco e poi studieremo un modello di presentazione da riproporre successivamente in altri locali e bar. Comincerà quindi un tour italiano anche se i prossimi luoghi sono ancora da definire.
Vediamo ora invece il punto di vista del barman Francesco Conte:
-Il ciclo di incontri dal punch ai frozen al ready to mix organizzato con Elmeco in cosa consiste precisamente? Presentare un progetto che prevede una riproposizione delle tecniche di miscelazione che da sempre sono state usate nel mondo. La differenza è che mentre nel passato si era soliti usare il ghiaccio spaccandolo a mano, successivamente si sono usati dei frullatori. Noi vogliamo invece creare una nuova formula di miscelazione tramite la macchina Elmeco, ovvero il Big Biz, la riteniamo, infatti, perfetta per i cocktail frozen.
-Quanto ad oggi le macchine aiutano i barman nel fare il loro lavoro e a migliorare i loro cocktail? Ormai la tecnologia è ovunque, il 2.0 è nella vita di tutti noi. Viviamo in un’epoca in cui della tecnologia se ne fa un uso anche in modo errato e smodato; certamente però la tecnologia aiuta tantissimo se usata con intelligenza. Nel mondo dei barman, invece, da un lato esalta il loro lavoro, dall’altro lo esaspera. Nel nostro progetto ovviamente partiamo dal presupposto che questo genere di macchina semplifichi il lavoro del barman, senza però levargli professionalità. Questo è un punto fondamentale: Il cocktail lo fa il barman, poi dopo lo mette nella macchina e questa lo conserva. Non ci deve essere spersonalizzazione del barman e deve rimanere il rispetto per le ricette.
-Per quanto riguarda il corso promosso da Elmeco che coinvolge l’Istituto Statale Vittorio Veneto di Scampia e l’Isis di Pineta Mare, i ragazzi come si sono approcciati a questa nuova modalità didattica? I ragazzi ovviamente hanno sempre un interesse maggiore quando hanno a che fare con un esperto esterno che condivide con loro il suo know how. I giovani hanno bisogno di essere orientati nel mondo del lavoro da persone che hanno delle esperienze pratiche e non solo teoriche. Oggi c’è l’alternanza scuola/lavoro ma il lavoro è subordinato alla scuola, ai miei tempi era il contrario. Si partiva dal presupposto che il lavoro pratico era l’attività primaria. Essendomi presentato in questi Istituti alberghieri cercando di trasmettere la mia esperienza c’è stata grande attenzione da parte loro e ciò è molto bello e gratificante. E’ importante che la persona che insegna abbia i piedi ben saldi per terra e resti umile. Bisogna essere estremamente pratici e raccontare la reale vita professionale.Mi pongo sempre come barman e non come insegnante, con lo scopo di trasmettere un qualcosa che provo quotidianamente, con una mia percezione del domani.
-Come è stato per lei lavorare con Elmeco? Con Elmeco c’è ormai un rapporto di collaborazione da quasi 20 anni. Ora stiamo concretizzando ciò che già pensammo tempo addietro. È stato un po’ come il calciatore che va in giro per il mondo e alla fine riesce a giocare nella squadra della sua città: è un sogno che si realizza. Avere la possibilità di esprimere la mia professionalità con un’azienda che rappresenta l’eccellenza del nostro territorio e percepire la loro fiducia è grande motivo d’orgoglio per me.