“Bosco Camerine”: un’oasi aperta tutto l’anno

cartello Bosco Camerine
cartello Bosco Camerine

Polmone verde di Albanella è l’oasi naturalistica del WWF denominata “Bosco Camerine”, istituita nel 1999 per salvare il patrimonio forestale dalla falcidia di contadini e pastori. Inserito nella costellazione del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, il parco custodisce ben 111 ettari di bosco, ovvero l’intero fianco di una collina. La parte meridionale e quella centrale sono occupate dalla selva medio-alta, talché vi abbondano radure e pratelli, mentre nella zona sovrastante troviamo la boscaglia a latifoglie, nella quale predominano il cerro e il leccio. Quest’ultimo, in particolare, si presenta immancabilmente affiancato dal ciclamino e da alcune veccie selvatiche, alle quali, senz’altro, si aggiungono anche varietà di rampicanti, come la salsapariglia o stracciabraghe, il tamo, la rosa di S. Giovanni e le clematidi. Il cerro, invece, ama accompagnarsi ad altre specie come l’orniello, l’acero campestre, il carpino orientale e l’olmo. Una ricchezza di flora e di fauna, insomma, quest’oasi aperta ai visitatori tutto l’anno! Presenti sul territorio, peraltro, numerosi centri di visita, che lanciano gli appassionati attraverso i sentieri guida alla scoperta di animali selvatici come la volpe, il tasso, la donnola, la faina, la biscia dal collare, il tritone meridionale, ma anche nell’avvistamento di uccelli come il cardellino, il cuculo, la ghiandaia ed il verzillo. A tale scopo, nei pressi dell’ingresso ovest, la Comunità Montana ha persino realizzato una torre di avvistamento dalla quale si può godere di una splendida vista sull’area protetta. Tuttavia, giova sapere che, in un passato neanche troppo lontano, la foresta non ha ospitato soltanto la flora e la fauna locale. Le prime testimonianze storiche risalenti all’ VIII secolo, infatti, parlano della presenza di monaci orientali che ivi costruirono il pozzo e il perimetro murario. Più tardi, invece, pare che briganti e malfattori ne abbiano fatto il loro covo, ovvero che qui abbiano nascosto i tesori e i preziosi, frutto delle scorrerie, tant’è che taluni visitatori, ancora oggi, si recherebbero al bosco solo nella speranza di fare qualche fortunata scoperta!

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