Anche Palazzo Zevallos finalmente riaperto al pubblico

Palazzo Zevallos
Palazzo Zevallos

Dopo i mesi di chiusura causa Coronavirus, finalmente anche il Museo di Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli ha riaperto le sue sale al pubblico.

Quando visitarlo

Come per tutti gli altri musei e luoghi della cultura le visite a Palazzo Zevallos avverranno dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 19:00. Potrete visitare tutta la collezione permanente che include il Martirio di sant’Orsola di Caravaggio e tante altre splendide opere. Un’occasione da non lasciarsi sfuggire, anche perché entro il 2021 le opere custodite a Palazzo Zevallos Stigliano saranno trasferite nella nuova sede di Galleria Italia, ovvero Palazzo Piacentini a Napoli.

Palazzo Zevallos Stigliano

La storia

Palazzo Zevallos (o anche Palazzo Colonna di Stigliano) è un’edificio monumentale ubicato lungo via Toledo. Eretto tra il 1637 e il 1639 da Cosimo Fanzago su volontà della famiglia spagnola degli Zevallos, duchi di Ostuni, il suo primo proprietario fu proprio Giovanni Zevallos, che ne acquisì la proprietà nel 1639 dopo la fine dei lavori.

Alla sua morte il palazzo passò prima al figlio Francesco e dopo ceduto definitivamente nel 1653 a Jan Van den Eynden, mercante e collezionista d’arte fiammingo. Spartito nei secoli tra vari affittuari ed acquirenti, tra cui Carlo Forquet, quest’ultimo vendette nel XIX secolo la sua quota alla Banca Commerciale Italiana: dal 2007 è stata allestita una delle tre gallerie d’arte appartenenti al gruppo bancario, chiamate Gallerie d’Italia, che conta circa 120 pezzi tra pitture e sculture.

Le opere

Tra le tante opere potrete ammirare Giuditta decapita Oloferne, di Louis Finson, Sacra Famiglia con San Francesco d’Assisi, di Angelo Caroselli, Sansone e Dalila, di Artemisia Gentileschi.

La Sala della Fedeltà ospita le opere di Vincenzo Gemito, mentre nell’arioso soffitto della Sala degli Uccelli si possono ammirare alcune celebri vedute napoletane. Al centro della grande volta al piano nobile si staglia l’Apoteosi di Saffo di Giuseppe Cammarano. Inquadrata in una cornice dorata di spiccato gusto Impero, la poetessa in abiti classicheggianti è rivolta verso il dio Apollo seduto sulle nuvole sullo sfondo di un cielo dorato popolato dalle figure delle Muse; un putto regge la cetra, simbolo di Apollo, sulla quale compaiono le iniziali CF che si riferiscono al banchiere Forquet, committente dell’opera.

Di spiccato stile accademico, con accentuate influenze classiche, la raffigurazione sembra rendere omaggio anche alla pittura barocca del Giordano, che era presente nel palazzo con le sue opere, cui rimanda l’atmosfera dorata che permea i fondi, le nuvole e il cielo.

Nella Sala degli Stucchi, dove è esposto il Martirio di Sant’Orsola di Caravaggio, troviamo decorazioni neoclassiche che ricordano alcuni gruppi mitologici di Antonio Canova e, sul soffitto, la raffigurazione del Sonno da una composizione di Bertel Thorvaldsen.

Un palazzo dove smarrirsi per trovare a ogni centimetro un pezzo di storia; un edificio monumentale dell’arte come espressione divina.

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