Anni ’80, cosa voleva dire essere “punk” a Napoli

Il punk è voglia di vivere, libertà, stile di vita. Il mercato di Napoli e le sue variopinte bancarelle distraevano i sabati sera di giovani gruppi alternativi: ragazzi dalle creste colorate, jeans strappati, anfibi e spille, che trascorrevano le loro serate sui muretti di piazza del Gesù e piazza de’ Martiri. Al Vomero invece c’era un piccolo bar che profumava di birra e sudore, la Cantina Sica, luogo dove incontrarsi per parlare di concerti, di gruppi o di politica. Ci troviamo nel 1980, in una Napoli frammentata dalla camorra e dalla malavita.

punk napoli anni 80

Nasceva così un sentimento di regressione, allontanamento dalle forme di governo e dalle istituzioni di potere. Essere punk significava navigare in un’altra direzione, era il desiderio prorompente di voler realizzare qualcosa di mai visto prima, in una città pregna delle proprie tradizioni. Significava essere diversi, strani. In questo cerchio non contava il successo né il guadagno, ma solo esprimere un’ideologia ramificata nel cuore e aprire le menti di coloro che ormai da tempo guardavano con diffidenza le novità esportate da mondi lontani. Pochi live, ma possenti e senza pudore.

punk napoli anni 80

Proprio in questi anni, nel 1985, sulle strade del quartiere Stella, si unirono gli Elettrokrazia napoletani con i Link Larm padovani. Tra Lucia, Adriano (detto BK), Alli e Cesare nacque subito un’intesa, tanto forte da dare vita a un vero e proprio centro sociale, in assoluto il primo di Napoli, Tienamment, locato in un rudere disabitato a Rione Traiano. Resta ancora impressa nei ricordi delle persone la mitologica scritta sul muro dell’entrata: “Né eroina né polizia”. Per anni Lucia Vitrone è stata il simbolo della band e, molto probabilmente, un po’ di tutta la scena punk italiana di quei tempi. Riviste come Maximumrocknroll li definirono esponenti dell’allora nascente Italian Hardcore.

contropotere

Il primo LP dei Contropotere “Nessuna speranza, nessuna paura” uscì nel 1988. Questo è testimonianza di ampie sperimentazioni ritmiche e sonore, ma anche di atmosfere e di melodie. Nel disco traspare diversità anche nei minimi dettagli dato che, al contrario degli standard, questo vede brani di anche 7-8 minuti. Dopo lo scioglimento nel 1996, tutti i membri hanno preso direzioni diverse: Lucia decide di partecipare al film Teatro di guerra; Alli forma una nuova band, BK Bostick passa ai Rave Party; Cesare lavora con la Mutoid Waste Company. Rimane però nel cuore e nell’anima dei membri e dei fan un sentimento di rivoluzione, un grido di sommossa strozzato dal mercato commerciale.    

Riccardo Iorio, Alice Picone

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