Antonella Fracchiolla, volto amato dagli spettatori del TG Regione, è in Rai dal marzo 1992, quando vi entrò a seguito di un concorso che prevedeva una commissione presieduta da Sergio Zavoli. A quel concorso, che si tenne in tutta Italia, parteciparono dodicimila concorrenti e lei fece parte di quei cinquanta che lo vinsero. Fu allora che Antonella, a cui fu assegnata la sede di Napoli, lasciò Bari, la sua città natale e si trasferì a Napoli.
A Bari si era laureata in lingue e si era specializzata in letteratura inglese e francese anche vivendo a lungo all’estero. Fino alla pubblicazione del bando, Antonella non pensava al suo futuro lavorativo come giornalista e si stava inserendo in altri tipi di attività: collaboratrice della Casa Editrice Laterza di Bari, insegnante di inglese e francese, interprete e traduttrice. Oltretutto non aveva nemmeno intenzione di partecipare a quel concorso perché non credeva che si fosse dato il giusto valore al merito; per fortuna fu il padre che la spinse, andando personalmente a ritirare il modulo di partecipazione alla Sede Rai di Bari. Da allora Antonella Fracchiolla vive a Napoli anche se, tiene a sottolinearlo, non ha mai spezzato il legame con la sua città, dove si reca molto spesso proprio per mantenere il rapporto con le sue radici.
Dal 2008 è stata ratificata la sua qualifica di inviato, qualifica che si ottiene facendo almeno duecento giorni di trasferta in due anni con un prevalente numero di servizi che devono essere andati in onda su testate nazionali; un grande contributo per le trasferte è arrivato da NeaPòlis, il telegiornale tecnologico della Rai che oltre alla conduzione in studio, ha dato alla Fracchiolla la possibilità di girare in tutt’Italia, in gran parte dell’Europa e anche negli Stati Uniti. Il viaggiare è certamente l’aspetto del suo lavoro che più le piace, tanto che ama visitare paesi stranieri anche come turista in vacanza. Preferisce la Francia e l’Inghilterra, soprattutto perché in questi paesi, naturalmente dotati di un alto senso di civiltà, c’è un grande rispetto per il cittadino e degli ottimi servizi che lo accompagnano e lo tutelano, e oltretutto c’è una grande attenzione per i Beni Culturali, non intesi semplicemente come monumenti, quadri, reperti storici, ma anche intesi come letteratura e musica; in Italia, dice Antonella, sembra che si dia per scontato che la musica lirica e sinfonica appartenga e sia seguita solo da un pubblico più che adulto ed è confinata nel chiuso dei teatri, negli altri paesi europei si tengono concerti in ogni ora e in ogni luogo, persino in strada e sono sempre molto frequentati, soprattutto dai giovani.
Al di fuori dell’Europa, la Fracchiolla giudica New York una città straordinaria e spera di poter fare un viaggio lunghissimo attraverso tutti gli Stati Uniti. Un luogo che l’ha molto colpita durante un recente viaggio in Israele è stata Gerusalemme, una città nella quale Antonella ha avvertito un’energia particolare e che ha fatto vacillare per un po’ il suo convinto ateismo. È davvero interessante il discorso che si sviluppa intorno al misticismo e al divino, Antonella Fracchiolla afferma che “sente la presenza del divino (ma non del divino legato ad una religione rivelata), nel mondo della natura” che ama molto, “per me” continua “il relax è camminare nel verde e posso dire che di fronte agli spettacoli della natura forse sento la presenza del divino”; d’altra parte fa una bellissima considerazione: siamo circondati da un mistero troppo grande e ritiene presuntuoso spiegarlo attraverso i dogmi. A fronte di queste sue considerazioni si dichiara però piacevolmente sorpresa da Papa Francesco, che giudica un vero innovatore che può solo fare del bene alla Chiesa.
Oltre ai viaggi c’è un’altra passione molto intensa che vive nella giornalista: i Beni Culturali. Ha la fortuna di seguirli “da vicino” perché tra le cose che cura per il TG Regione ci sono proprio i Beni Culturali, come l’archeologia, i musei, la stagione sinfonica del Teatro di San Carlo. La Fracchiolla ritiene che la Campania sia la regione d’eccellenza per seguire questo settore dell’informazione, e forse nemmeno i campani stessi si rendono conto di quanto la loro regione sia una vera e propria miniera d’oro per la cultura nel suo senso più ampio. Ovviamente il settore dei Beni Culturali in Campania ha aspetti positivi e negativi, quelli negativi, che pure sono comuni a tutta l’Italia, fanno più notizia perché la Campania è una regione con un patrimonio immenso e qualunque incuria che provochi danno diventa oggettivamente più grave. Una delle sue più grandi soddisfazioni professionali è quella di sapere che dopo un suo sevizio su un sito archeologico o un museo, di lì a qualche giorno aumenta in maniera esponenziale il numero di visitatori che, probabilmente, nemmeno ne conoscevano l’esistenza.
È certamente un grande merito quello di trasformare l’informazione passiva in formazione attiva e partecipata.