Studioso, autore, scrittore, come ami definirti?
Mi piace definirmi saggista, ma amo soprattutto riportare alla memoria storica personaggi che hanno dato tanto al mondo musicale e teatrale e che oggi per delle strane alchimie vengono dimenticati. Amo fare queste operazioni di recupero della memoria.
Una delle tue grandi passioni è Gilda Mignonette, alla quale hai dedicato anche una biografia. Quale era la forza del suo personaggio?
Ho scritto il libro sulla Mignonette perché ad un certo punto mi sono reso conto che ad un grandissimo personaggio come lei nessuno mai aveva dedicato una biografia. Mi sembrava una grande mancanza e decisi di colmare questo vuoto. In realtà, nessuno prima era riuscito a scrivere su di lei anche perché da sempre è stato difficile recuperare notizie, soprattutto sui primi 25 anni di carriera, trascorsi in Italia, in cui non era la Gilda Mignonette, la diva della canzone poi diventata in America.
Il tuo ultimo libro uscito sul mercato è l’Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana.
Sì, l’Enciclopedia del Festival della Canzone Napoletana è un libro nato per colmare la lacuna degli anni 50, periodo che è stato trattato un po’ superficialmente dalla storica enciclopedia di De Mura. Il libro, nella prima parte, contiene tutta la ricostruzione storica delle 18 edizioni dei festival di Napoli della Rai con il racconto delle tre serate e la tabella di tutti i 45 e 78 giri che sono usciti dal 1952 al 1970 con le relative copertine dei dischi. L’enciclopedia contiene oltre 60 pagine a colori. La seconda parte invece è formata da monografie di tutti i 196 personaggi che hanno partecipato alle 18 edizioni del festival.
Stai lavorando a nuovi progetti?
Sì, un libro completamente dedicato alle dinastie teatrali napoletane. È molto interessante e stimolante recuperare le storie delle antiche famiglie di teatro napoletano, anche perché molte sono collegate tra loro. Tutti i grandi attori erano figli di altri grandi attori perché in fondo le compagnie vivevano sempre in teatro; spesso infatti gli artisti non avevano una casa, quindi finivano per vivere sempre tutti insieme, a stretto contatto tra loro. Non era pertanto raro che nascessero delle relazioni all’interno della compagnia e ancora meno rara era la nascita di bambini. Si nasceva sulle tavole del palcoscenico e si debuttava ancora piccolissimi. All’epoca, non si usava recitare una commedia all’anno, ma una al giorno, una diversa per ogni giorno. Quindi le compagnie avevano un repertorio vastissimo, cosa impensabile oggi. Ho scritto gli alberi genealogici degli attori e ricostruito la loro storia teatrale. Una delle famiglie più interessati che ho trattato è senza dubbio quella dei Di Napoli, di cui fa parte Isa Danieli. Questa famiglia ha altre due ramificazioni interessantissime, di una delle quali fanno parte addirittura E.A. Mario e i Gargano dell’operetta. In tutto, il libro conta ben 196 biografie!