È notizia recente che il Consiglio della Quinta Municipalità di Napoli Arenella Vomero ha approvato, all’ordine del giorno, l’intitolazione delle scale di via Luca Giordano alla pittrice Artemisia Gentileschi. Simbolo di emancipazione, la sua storia ha ancora tanto da dirci, e le sue opere ancora tanto da mostrarci. Fu la prima donna ad essere accettata alla prestigiosa Accademia delle arti e del disegno di Firenze.
La nomina
Pittrice caravaggesca, la futura intitolazione di una strada a suo nome non arriva per caso. Nella zona di via Luca Giordano, infatti, le strade sono tutte intitolate a pittori caravaggeschi. Il nome di Artemisia Gentileschi trova la sua collocazione nel progetto di modifica alla Toponomastica cittadina varato nel 2012. Il quale si è visto necessario per colmare il divario di genere nell’intitolazione delle strade.
La storia di Artemisia
Artemisia è nata a Roma nel 1593 e mostra fin da subito una spiccata predisposizione per la pittura. Complice anche il lavoro svolto nello studio del padre, Orazio Gentileschi. Rimasta orfana di madre a 12 anni, subisce violenza dal suo maestro di prospettiva, tale Agostino Tassi. Dal processo che ne segue (1612), Tassi esce praticamente indenne. Mentre la famiglia Gentileschi è costretta a subire la condanna morale dei romani dell’epoca. Nonostante questo, Artemisia accettò di testimoniare anche sotto tortura, per provare la sua verginità precedente alla violenza e di sottostare alla sibilla (un supplizio per i pittori, a cui vengono fasciate le dita fino a sanguinare).
Dopo il processo, il padre combina un matrimonio per Artemisia con un pittore fiorentino, Pierantonio Stiattesi, cosicché la donna possa trasferirsi a Firenze. Qui si compie uno dei più importanti accadimenti nella vita della pittrice, che viene accettata all’Accademia delle arti e del disegno. È la prima donna non solo ad avere tale riconoscimento, ma anche a conquistare diritti analoghi agli altri pittori. Lavora su commissione per le famiglie più importanti della città, tra cui i Medici, ed instaura un’amicizia con Galileo Galilei e con Michelangelo Buonarroti.
Una storia, quella di Artemisia, fatta di talento, perseveranza e forza contro le ingiustizie. Tanto attuale nelle sue sfumature da fare quasi paura, visti i 400 anni che ci separano. Trascorre gli ultimi anni della sua vita a Napoli, con piccole parentesi tra Genova, Roma e Venezia. Si spegne nel 1656, all’età di 63 anni, lasciandoci una ricca collezione di opere di pittura definita “alta”, tra soggetti storici e sacri, con piena padronanza della tecnica caravaggesca. Ricordiamo la Conversione della Maddalena e la Giuditta con la sua Ancella, costudite a Palazzo Pitti, e una seconda versione della Giuditta che decapita Oloferne conservata nella Galleria degli Uffizi.
Verso l’intitolazione
Che le scale di via Luca Giordano prenderanno il nome di Artemisia Gentileschi è quasi certo. Un’intitolazione di questo tipo non è cosa banale: fa entrare questi nomi, con le loro personalità, nella vita e nel parlato di tutti i giorni. A volte scatenando curiosità, che può essere sfamata oggi cercando semplicemente Artemisia su Google. A tal proposito, proprio oggi (8 marzo) la Quinta Municipalità è impegnata in un dibattito virtuale in cui Artemisia è protagonista.