Già… Tutti aspettiamo un Natale sempre più incerto, come incerti sono ormai i colori del lockdown nel nostro paese, e non solo… rosso, arancione, giallo, tinte variabili che per un artista potrebbero rappresentare le giuste tonalità dell’ autunno; per i cittadini, invece, si traducono in un quadro dal titolo: l’ incertezza della vita… e tra questi cittadini, cosa dire dei bambini?
I nostri bambini, forse per gioco, accettano di mettere la mascherina, soprattutto a scuola, perché nonostante la loro tenera età percepiscono il pericolo di un fantasma che da tempo sta minacciando l’umanità. Ciò che li lascia perplessi è la sua origine, attribuita dal nonnino – per gioco – ad un lupo cattivo proveniente dal lontano oriente… «Ma un giorno arriverà un cacciatore bravo che ucciderà il lupo cattivo, così cappuccetto rosso potrà tornare a sorridere con la sua nonnina».
I bambini, soddisfatti dalla spiegazione fantasiosa del nonno, continuano a portare la mascherina senza protestare e a giocare con gli amici rinunciando forzatamente a scambiarsi un reciproco gioioso sorriso. Così cercano di comunicare le loro emozioni attraverso lo sguardo, con occhioni che, come lucciole, si accendono o si spengono a seconda dei sentimenti espressi.
Se guardano la tv, i genitori ed i nonni sono particolarmente attenti ad evitare trasmissioni sul Covid, riportando esse quotidiane notizie e immagini nefaste, assolutamente non indicate per minorenni e non solo. Penso agli anziani ammalati!
Eppure siamo vicini al Natale! Forse bisognerebbe dare messaggi diversi per cercare di donare un po’ di serenità alle famiglie, sempre più gravate da forti preoccupazioni sul futuro.
Attività commerciali in fallimento, disoccupazione crescente, impossibilità di trovare alternative, assenza di prospettive ed altro ancora rappresentano un incubo per milioni di persone. Provo ad immaginare San Gregorio Armeno, via Chiaia, il corso… Ma anche i vicoli di Napoli con il lockdown… Pizzerie, ristoranti e negozi chiusi, assenza di turisti, una città senza vita, o quasi.
È una tristezza solo pensare ciò, sapendo che Napoli normalmente è ricca di vita, di allegria, di inventiva, di mestieri più o meno abusivi, di artigianato e attività commerciali, di colori, musica, cultura, arte e fantasia, anche nei momenti più difficili.
E adesso? Quale Natale aspetta i napoletani e non soltanto? Ci sarà un Capodanno, con la possibilità di mandare a quel paese un anno bisestile maledetto, il 2020, unitamente al Covid e a chi l’ha prodotto? In caso negativo, cosa racconteremo ai nostri bambini? Che il lupo cattivo ha mangiato la nonnina e cappuccetto rosso? Sarebbe una vera tristezza per tutti.
Ciò che emerge girando nelle città non è solo la crisi economica, sempre più devastante ovunque, ma anche il mutato atteggiamento delle persone nelle relazioni sociali, causato dal terrore psicologico diffuso irresponsabilmente da organi di informazione palesemente orientati. Un danno incalcolabile!
Tale situazione incide, seppure di riflesso, pesantemente sulla serenità dei bambini. La sfortunata generazione del Covid!
E che dire dei citati anziani, spesso con gravi patologie oggi non più agevolmente curabili, atteso il disastro che si sta registrando nella sanità? Da decenni la crescente crisi delle strutture pubbliche, con carenza di mezzi e personale, costringe i cittadini a rivolgersi a cliniche private, ovviamente ben retribuite. Né saranno gli ospedali da campo a risolvere la delicata emergenza in atto. Ma così è, purtroppo!
Una situazione che non mette nelle migliori condizioni di spirito per chiudere l’anno con serenità.
E allora cosa ci aspetta? Che Natale avremo? Sarà ‘consentito’ trascorrere le festività con i propri cari, in particolare genitori e nonni più o meno lontani e abbracciare i nipotini? I colori dell’arcobaleno saranno favorevoli o saranno cancellati da un freddo ‘grigio/cupo’, senza il conforto dello stare insieme?
Il bello del Natale sta proprio nel riunire i propri familiari, accendere il vecchio camino, ascoltare i racconti dei nonni, vivere il calore della sacra famiglia con il presepe in evidenza.
Ai cittadini non interessano le movide e le discoteche, realtà comunque contenute, controllabili con interventi mirati, senza penalizzare l’ intera società. E il lavoro? La gente non vuole assistenza, ma rispetto e dignità! Il Capodanno? Basta farlo festeggiare solo nelle abitazioni private sempre osservando le necessarie misure di prevenzione.
In tutte le cose della vita ci vuole equilibrio, senza esasperare gli animi. I fenomeni vanno gestiti con provvedimenti razionali. Le risposte saranno certamente positive, come peraltro è già avvenuto finora. La quasi totalità dei cittadini si comporta responsabilmente. Non è giusto fare gravare sulla popolazione inadeguatezze riconducibili ad una gestione dell’emergenza caratterizzata da troppe incertezze! Scarsa programmazione! Solo improvvisazione con continui mutamenti.
Sanità, trasporti pubblici ed altro ancora dovevano essere da tempo oggetto di interventi strutturali per evitare criticità. Anche la scuola sta facendo registrare non pochi problemi per i ragazzi e le famiglie, con conseguenze negative per tutti.
Penso a quanti vivono nei vicoli di Napoli o anche di altre città con precarie sistemazioni alloggiative, che certamente non consentono collegamenti efficaci per lezioni online. Molte famiglie – numerose – vivono in loculi, siti proprio sulla strada, in condizioni di estremo disagio e, peraltro, senza adeguati sostegni economici. Prospettive di lavoro? Zero!
E allora, a fronte di realtà così critiche, da tempo ignorate e comunque non sanate, di quale Natale vogliamo parlare? Ebbene, rimane solo il conforto di un Natale di fede, semplice, da vivere nel silenzio e per molti in solitudine o anche in povertà, lontano dalle persone care. Una vera tristezza!
I più fortunati avranno il calore del camino acceso, la compagnia di una badante o di un cane, ma con tanta solitudine nel cuore.
Il ‘miracolo’ del vaccino? Ne saremmo tutti felici! Ma ci sarà da fidarsi? Troppa concorrenza! Speriamo che sia sufficientemente garantito, altrimenti per tanti potrebbe essere l’ultimo Natale…
Meglio munirsi di ‘scarrafone’! Pessimismo? No! Solo realismo, pur apprezzando la buona volontà di quanti stanno operando. Ma “la gatta per fare presto fece i figli ciechi”, come dice il saggio proverbio che sottolinea la necessità di procedere sempre nei tempi giusti.
Purtroppo intorno ai vaccini concorrenti sul pianeta ruotano interessi enormi… migliaia di miliardi. Troppa fretta! Chi garantirà il 10% di dichiarata non efficacia? Chi pagherà per le eventuali gravissime controindicazioni che si dovessero registrare a danno della salute pubblica? Mah! Basta pensare alle inequivocabili responsabilità sulle origini e sulla diffusione del Covid… mistero assoluto! Nessuno ne parla!
Babbo Natale potrebbe regalarci qualche verità! Speriamo!
E allora, buon Natale e che la provvidenza ci aiuti!
Ma non perdiamo mai la libertà dello spirito ed il sorriso, nonostante la presenza di tanti ‘schiattamuorti’, dipinti con intelligente ironia dal grande Totò, ovviamente senza i colori dell’arcobaleno.