Non c’è vero profumiere che non abbia dimostrato il suo talento sui campi di Grasse! — fa dire Patrick Süskind, nel suo Il profumo, al profumiere Giuseppe Baldini. E invece, Athos Faccincani ha accolto quella sfida nella pittura, giacché, ad accomodarsi tra i lampi di colore nei suoi dipinti, gli sterminati campi di lavanda della Provenza sono i soggetti sicuramente più pregnanti.
Al PAN, l’artista lombardo torna per mettere in mostra le sue composizioni, tutte dedicate al paesaggio del Sud, di cui moltissime napoletane e costiere. Più i soggetti sono però noti e frequentati, più la sfida dell’invenzione si affina. Faccincani l’ha risolta così: con un paesaggio reale sì, ma che diviene tavola di lavoro e occasione d’assemblaggio di un colore: il vero protagonista che si serve della forma per manifestarsi.
La sua pittura è fatta di geometrie matematiche – ha sottolineato Francesco d’Episcopo, che ne ha condotto il vernissage – frammiste, però, ad un’osservazione quasi maniacale delle varietà floreali, che sovrabbondano e si sovrappongono ai suoi dipinti, per permettere ogni volta all’artista di dichiararsi nella varietà tonale.
La magia di tutta questa massa cromatica è di non riuscire caotica, ma ordinatamente disciplinata da una sorgente di luce diffusa e netta, che non passa dai chiaroscuri e dagli spessori del disegno. Faccincani è qui tutta generosa spatola e largo pennello. La sua maniera attuale, infatti, è il frutto di un esorcismo dalle brutture della vita nella inamovibile bellezza della natura che, però, esclude drasticamente la figura umana. Tutto è regno di un caleidoscopio cromatico attraversato dal silenzio.
Non è una pittura “di genere”; non è esattamente studio di paesaggio; non è nemmeno un’austera ricerca metafisica: è espressione soda di scene proposte dalla natura e ricomposte dall’interiorità figurativa di Faccincani. Tocchi naïf, gioiosità tonale, illuminazione piana, che inonda lo spettatore di un’immagine appagante, tale da saziarne l’appetito ottico, senza lasciare nelle pupille il desiderio dell’immagine reale. Strano e bello che, proprio nel raggiungimento di uno stile maturo netto, Athos Faccincani sia finito col voler assomigliare di più ad un fanciullo meravigliato, che ad un uomo analitico.
Mostra personale di Athos Faccincani
Dal 19 al 29 gennaio al PAN.
Per info:
http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/31908