E’ in libreria il nuovo libro del professor Gennaro D’Amato, “Basta avere una buona mira – Note, racconti e appunti di viaggio dalla vita di un medico”, edito da Rogiosi. Continua l’esperienza narrativa dello pneumologo napoletano dopo il successo del primo libro di racconti, edito sempre da Rogiosi nel 2014, “Racconti di un medico”.
I racconti che compongono il nuovo volume sono trenta, storie divertenti ma anche commoventi, che fanno sorridere, ma fanno anche riflettere, e a volte insegnano. L’autore nelle pagine del nuovo libro parla di medicina, ma anche di sentimenti, e presenta al lettore i suoi ricordi e i suoi appunti di viaggio. Presenta ad esempio il suo amore per gli aforismi, “brevi folgorazioni, intuizioni che riassumono il discorso e sintetizzano un ragionamento, che articolano il pensiero comune” accanto alle sue riflessioni sui vaccini o sull’ecstasy, e scrive della sua “allergia” a Facebook come dell’asma che si vince anche facendo sport.
I racconti raccolti nel volume sono caratterizzati da una scrittura delicata e scorrevole, che porta il lettore a scoprire vari aspetti della personalità del medico attraverso la narrazione delle sue esperienze. Lo si scopre allora giovane e coraggioso a un meeting di medicina ad Ascea che mette in evidenza gli errori nell’intervento di un grande professore osannato da tutti, convinto che venga prima il rispetto della verità che le considerazioni opportunistiche legate alla carriera, e nel raccontare come ha imparato a “campare” da queste parti fa un’incursione di pensiero nella storia della Scuola filosofica eleatica, quella, per intenderci, di Parmenide e Zenone, sorta in quel luogo, e non dimentica di citare il mare da bollino blu di tutto il Cilento. E per mettere in evidenza il suo amore “sconfinato”, come lui stesso lo definisce, per il mare, dedica a questo un capitolo, in cui parla delle sue vacanze e della sua passione per la pesca.
La seconda parte del volume è una raccolta di appunti di viaggio sparsi, che raccontano di tanti paesi visitati dal medico, dagli Stati Uniti, al Canada, all’Australia, passando per quelle che l’autore definisce “le molte anime dell’Asia” , la Cina, Hong Kong, l’India, la Thailandia, la Corea, il Giappone.
E poi gli appunti dei viaggi nel Vecchio Continente, Londra, Nottingham, Birmingham, Marsiglia e Parigi, “città stupenda, e affascinante sotto tanti aspetti anche inattesi”. Tra questi, il cimitero monumentale di Père Lachaise, dove riposano tanti grandi, come Proust, Chopin, Bizet, Amedeo Modigliani, Maria Callas e Edith Piaf; ma la tomba che maggiormente colpisce lo scrittore, che alla loro storia appassionata e drammatica dedica le pagine finali del libro, è quella dei due amanti Abelardo ed Eloisa, il brillante filosofo e la sua giovane e colta allieva, vissuti nella Parigi dell’XI secolo.
Una cosa è certa, queste storie, tutte, si fanno leggere, lasciando nel lettore la voglia di leggerne altre, con le quali ancora riflettere, divertirsi o commuoversi.