Il Calendario Di Meo, nel 2023, giunge alla sua XXI edizione. Ogni “lunario”, in questi vent’anni, è stato opera d’arte e viaggio.
Sì, è vero che una cosa è osservare qualcosa dal vivo e un’altra cosa è fissare una fotografia. Ma quando un oggetto è composto da atomi di pura bellezza anche l’impressione lasciata da un flash può “mozzare il fiato”. È quanto accade con il Calendario Di Meo, che per il 2023 è dedicato alle bellezze di Siviglia, la capitale dell’Andalusia.
Il Calendario Di Meo e Napoli
Generoso Di Meo, intellettuale e produttore di vino (binomio per nulla inconsueto quando si tratta di uomini e donne di cultura), impegna da anni le proprie risorse creative per “scovare”, nel mondo, qualcosa che abbia a che fare con ciò che scorre nelle vene profonde della sua Napoli. È un po’ la mission dell’Associazione Culturale Di Meo Vini ed Arte. Il Calendario Di Meo, nell’intenzione del suo creatore, deve essere un “ponte” per aprirsi a ciò che è “altro”. Ma anche per ritrovare, in tale alterità, qualcosa che guizza come un ricordo tra le strade della nostra città.
E Napoli e la Spagna sono legate davvero “a filo doppio”. Ognuna è un po’ “prigioniera” dell’altra. Il Regno di Napoli e la Spagna, per secoli, si sono guardate, hanno dialogato, si sono scrutate con ammirazione o invidia, hanno preso ad ogni alba un caffè insieme, indagandosi, copiandosi, sorridendosi. Amandosi e detestandosi.
Legami “recenti”
Siviglia… Numerosi flash assalgono noi napoletani. “Pane, amore e Andalusia” è il quarto “episodio” della tetralogia del cavalier Carotenuto (Vittorio De Sica), che tanto successo ebbe negli anni ’50. Il film è del 1958, e succede a “Pane, amore e…” (sì, il titolo è volutamente incompiuto) del ’55, ambientato a Sorrento. In questa pellicola la protagonista femminile fu una strepitosa Sophia Loren. Insomma… dopo Sorrento, l’Andalusia. Dopo Napoli, Siviglia. Quasi per necessità. O per “fratellanza”.
E poi… Maradona. Sempre la stessa “strada”. Sempre lo stesso “filo rosso”. Da Napoli a Siviglia. Ed il Sevilla è stata l’unica squadra europea in cui Diego abbia giocato, dopo il Napoli (prima, ovviamente, c’era stato il Barcellona…ma sempre di “anima ispanica” si trattava).
Un calendario di straordinaria bellezza
Se si sfoglia il Calendario Di Meo 2023 si rimane abbagliati dalla “materia” arabo-ispanica di cui è fatta Siviglia. La Sala Capitular della Cattedrale è un universo in cui la “circolarità” e la geometria (perfette fino a far girar la testa) vengono addosso con la forza di un tramonto sul mare o di un’onda alta e spumosa, sublime nella sua energia naturale. Vien voglia di essere lì, e… giocare, come bambini, a camminare nei quadrati di marmo del pavimento.
La Sala del Palazzo dell’Alcàzar è di una dorata geometricità “ossessiva”, e sembra rispondere a quelle formule matematiche che da ragazzi ci parevano troppo astruse per poterle imparare ed applicare. Il “primato” arabo nell’aritmetica ci parla a voce alta, da queste sale.
Tutte queste “esperienze” (perché di esperienze si tratta, seppur “monodimensionali”) ci sfiorano attraverso un calendario. E allora sì, è vero. Un lunario può essere un’opera d’arte.
Un lavoro di squadra
La “responsabilità” di portare Siviglia nelle nostre case, davanti ai nostri occhi, in questa edizione del Calendario Di Meo, è del fotografo Massimo Listri, maestro della fotografia d’architettura e d’ambienti. Inoltre il “racconto per immagini” è accompagnato da saggi critici di studiosi italiani e spagnoli. Il “viaggio” è “pensato” per gli occhi, ma anche per lo spirito e la curiosità intellettuale.
E, come tutti i viaggi, anche quello dell’Associazione Di Meo Vini ed Arte incomincia con una “visione”. Con un sogno.
Racconta Generoso Di Meo:
«Qualche anno fa sono uscito incantato dalla visione di un film di Woody Allen, “Midnight in Paris”, in cui si immaginava che il protagonista, un aspirante scrittore americano di scarso talento, in visita nella Parigi dei nostri giorni, riuscisse ogni sera, a mezzanotte, a trasferirsi nella Parigi degli anni Venti, e a incontrare, tra gli altri, due grandi scrittori americani del passato: Ernst Hemingway e Gertrude Stein».
Prosegue ancora l’ideatore del Calendario Di Meo:
«Grazie ad un invito di alcuni amici a passare qualche giorno a Siviglia, nel mese di aprile, mi sono trovato proprio come il protagonista del film di Woody Allen – e senza dover attendere mezzanotte -, proiettato per qualche ora nel mondo di ieri. La Feria de Abril è una vera e propria Fiesta come quella di Pamplona raccontata da Hemingway […]»
Il racconto prosegue:
«Chi si reca nel recinto ferial – la grande area cittadina che comprende varie strade e piazze di Siviglia – lo fa a piedi, in cavallo o in carrozza, indossando abiti eleganti, che richiamano i costumi dei musicisti di flamenco […].Il culmine della festa è stata la mia partecipazione a una corrida spettacolo a cui mai avrei pensato di partecipare, e che invece mi ha totalmente coinvolto. Il giorno dopo, senza aver quasi dormito, tornando in aereo a Napoli, mi è sembrato di essermi svegliato da un sogno, dopo essere stato trascinato da un demone in un mondo passato».
Un mondo il cui “spirito” riportava al vento scugnizzo e malandrino delle vie di Napoli. Ad una focosa “Piedigrotta”, forse. E di questo misterioso legame bisognava parlare. Con le fotografie e con le parole. Con il Calendario 2023.