Quando si parla di ceramica vietrese, vengono subito in mente i colori delle famose ceramiche. Tanto sgargianti, e unici, da sintetizzare i colori dell’intera Costiera Amalfitana.
Dal 1997 l’UNESCO ha dichiarato il luogo in cui la ceramica vietrese nasce, ovvero Vietri sul Mare, Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Non solo per la ricchezza dei suoi paesaggi, ma anche per tutto il patrimonio culturale e artistico che conserva, tra cui l’arte della ceramica vietrese. Un’arte che richiede tempo e un processo laborioso, ma che rendono le produzioni dei manufatti in ceramica unici e irripetibili. Vediamo insieme come e perché.
Cosa sono le ceramiche vietresi?
La ceramica vietrese incarna, nelle sue produzioni, secoli di storia, di arte e di tradizione. Tanto da diventare un vero e proprio simbolo di Vietri sul Mare. Non è un caso, infatti, se queste ceramiche si ritrovano a decorarne anche le strade e il paesaggio. In una visita a Vietri sul Mare non può non saltare subito all’occhio la cupola della chiesa di San Giovanni Battista, decorata con i classici colori della ceramica vietrese.
La sua produzione, in origine, riguardava utensili da cucina, piatti e piccoli vasi. Col tempo, però, l’arte della ceramica ha toccato oggetti sempre più vari: dalle piastrelle ai posacenere, dalle statue agli oggetti di culto. Se state pensando a un possibile oggetto in ceramica, quasi sicuramente si potrà ritrovare in ceramica vietrese.
Come nasce la ceramica vietrese?
Le prime, importanti testimonianze documentate della produzione della ceramica vietrese risalgono al XIV secolo. Anche se la tradizione della ceramica è probabilmente legata anche al passato più arcaico della città, che risale al V secolo a.C. Per come la conosciamo oggi, però, possiamo dire con certezza che la richiesta documentata è accertata intorno al XVI secolo. È infatti in quest’epoca che, da Vietri sul Mare, si cominceranno a richiedere gli utensili di uso domestico sopracitati.
Si arricchì ulteriormente delle ben note decorazioni a partire dal XVII secolo, tanto da portare alla creazione di oggetti di culto in ceramica vietrese e attirano, a partire dagli anni 20’ del 1900, artisti e artigiani da tutto il mondo. È da questa attrattiva che nascerà il simbolo indiscusso della ceramica vietrese: gli asinelli… ma non solo. È tra gli anni ’20 e ’40 che verranno, infatti, coniati i colori delle particolari ceramiche, come il ben noto “giallo Vietri”.
Come si fanno le ceramiche vietresi?
Il processo di produzione è, come si può immaginare, molto lungo e laborioso. Sono infatti molti i passaggi che occorrono per rendere la ceramica vietrese degna di questo nome. Si inizia con una prima fase in cui si forgia l’argilla al tornio, che darà all’oggetto la forma desiderata. Si passa poi alla cottura in forno e a una prima smaltatura, dopodiché l’oggetto viene letteralmente immerso in uno smalto bianco. È da qui che viene, come da tradizione, rigorosamente decorato a mano. Ma la loro inconfondibile brillantezza viene data dall’ultimo e importante passaggio, che prevede una seconda cottura. Altresì necessaria per fissare le decorazioni precedentemente eseguite a mano.
Oggi questa forma d’arte è testimoniata e raccontata, oltre che dai manufatti prodotti, anche da un’importante istituzione quale il Museo della Ceramica.