Come il virus sta cambiando e cambierà le nostre vite

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Improvvisamente la nostra vita è cambiata. Un virus che sembra essere giunto dalla Cina – con una rapida diffusione inizialmente in Italia e in parte dell’ Europa, poi anche in altri Paesi – sembra ormai minacciare l’umanità. Pochi decreti governativi e inaspettatamente tutta l’ Italia o quasi si è fermata. E non solo l’ Italia.

Ogni giorno gli organi di informazione diramano “bollettini” sul numero dei morti, sui ricoverati e sui guariti, come se fossimo in guerra. Qualcuno parla di pandemia. Altri ne paragonano gli effetti a quelli di una terza guerra mondiale. Bill Gates nel 2015 disse in un convegno: l’umanità subirà milioni di morti non per le guerre ma per un virus. Triste ma realistica profezia?… speriamo di no! 

Eppure, siamo a metà del mese di marzo e già ci avviciniamo a circa 2000 morti solo in Italia, con un’ età media di 80 anni, in prevalenza con pregresse gravi patologie, ma anche con giovani vittime. Il dato non sembrerebbe peggiore di quello del 2019, quando si parlava genericamente di numerosi decessi per stati influenzali più o meno gravi che si registravano ancora una volta soprattutto in Lombardia. Evidentemente c’era una incidenza del fattore climatico e, da non sottovalutare, dell’ inquinamento atmosferico, che in ogni caso colpisce principalmente i polmoni.

Naturalmente, non essendo un esperto, mi limito a formulare ipotesi che non hanno alcuna pretesa affermativa, ma sono solo la sintesi di valutazioni di carattere generale fatte da osservatori più o meno conoscitori della materia. Non scendo nel merito dell’origine del virus, da qualcuno ricondotta ad una particolare forma di alimentazione dei cinesi. Ma – viene spontaneo domandarsi – perché essa avrebbe portato al sorgere del Covid-19 soltanto adesso, quando viene praticata da secoli e non soltanto in Cina? E perché in una sola località della Cina, per poi estendersi? 

Forse dobbiamo accreditare altre ipotesi di chi la pensa diversamente, con accuse non tanto velate? Ovviamente per mera correttezza ci dissociamo, accennandole solo per dovere di cronaca. Credo, infatti, che, con molta umiltà, chi scrive non possa né debba giungere a conclusioni che non avrebbero alcun fondamento. Sono peraltro in gioco equilibri politici internazionali che in questa sede non devono interessare. Mi limito pertanto a riportare quanto pubblicizzato dagli organi di informazione senza entrare nel merito. E allora, il Covid-19 rappresenta realmente la “peste del secolo” per l’umanità o è soltanto uno dei tanti virus che nel tempo si sono manifestati e si manifestano con effetti più o meno devastanti? La natura che reagisce alle offese dell’ uomo? È probabile.

In merito, da secoli l’uomo sta facendo danni irreparabili che prima o poi lo porteranno al suicidio collettivo. I virus non nascono per caso. Se diamo uno sguardo alla storia più o meno recente, potremo citare molti casi di vere epidemie, che hanno causato e continuano a provocare milioni di morti, probabilmente non tutti tenuti nella dovuta considerazione o persino ignorati. Potremmo partire proprio dalla peste di Milano del 1630, descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi; e venendo a tempi più recenti, cosa dire della cosiddetta “spagnola”, influenza che negli anni 1918/1920 causò milioni di morti? E cosa dire dell’“ebola” che nel 1976 si manifestò in Africa con migliaia di morti, per poi giungere in tempi più recenti anche in Europa, verosimilmente a causa dei fenomeni di immigrazione di massa?

E ancora, cosa pensare di tanti altri virus originati da diversi fattori, più o meno noti, come quelli dell’ AIDS, della tubercolosi, del colera, della lebbra, della malaria, della febbre gialla, tutti che continuano a provocare morti soprattutto nei paesi più poveri? E, per finire, vogliamo parlare dei milioni di morti, in prevalenza bambini, causati da gravissime malattie originate dalla malnutrizione? Che tristezza!

Se volessimo citare tutte le situazioni anche solo recenti non basterebbe scrivere una nuova edizione della Divina Commedia. E allora tornando al nostro delicato tema, in che misura dobbiamo preoccuparci realmente? Dopo alcune perplessità originate – pure in chi scrive – da una sottovalutazione del problema forse per una scaramantica visione della situazione,  emerge sempre più un diffuso allarme peraltro prodotto da martellanti notizie degli organi di informazione e non solo.

C’è ormai una vera patologia della malattia. Le raccomandazioni delle autorità centrali esortano a restare a casa per evitare possibili contagi. In effetti più aumentano i contatti e più c’è il rischio di essere contaminati o di contaminare altri. E, seppure sia duro accettare le regole che di fatto impediscono una vita di relazione o anche di lavorare, ci rendiamo conto che esse sono una necessità inderogabile e vanno rispettate. Dobbiamo esserne convinti!

Solo la loro stretta osservanza può salvarci. L’ organizzazione mondiale della Sanità considera ormai il Covid-19 una pandemia, una malattia epidemica che si espande rapidamente in più aree geografiche del pianeta. Al momento mancano vaccini capaci di immunizzare l’uomo dal nuovo patogeno, particolarmente virulento. Si temono le conseguenze gravissime di una sua possibile ulteriore diffusione, soprattutto nei Paesi dove l’apparato sanitario è inesistente o comunque inadeguato. Ma senza guardare a casa di altri, anche il nostro sistema sta collassando, facendo registrare preoccupanti carenze organizzative per la mancanza di mezzi idonei a fronteggiare l’ emergenza. 

A fronte di un lodevole impegno di tutto il personale sanitario – comunque insufficiente – mancano posti letto, materiali e apparecchiature idonee per ricoveri in terapia intensiva. I più gravi finiscono per non superare la patologia per l’insufficienza dei ventilatori disponibili, peraltro non facilmente reperibili sul mercato. Mancano persino le mascherine necessarie negli ospedali per evitare ulteriori contagi tra il personale addetto. E allora? Resta una sola speranza, in attesa di un eventuale vaccino in tempi rapidi… Quella di limitare il contagio osservando i divieti opportunamente e necessariamente imposti dalle autorità ormai in diversi Paesi. Si richiedono comportamenti responsabili!

Dobbiamo scegliere tra la libertà di movimento e il rischio di restare contagiati o peggio ancora di non superare la malattia e di trasmetterla a persone sane. Ebbene, prescindendo dalle sanzioni previste, dobbiamo esortare tutti ad osservare strettamente le norme di comportamento sempre più indispensabili per limitare i contagi. È l’unico modo per evitare di fare collassare ulteriormente l’intero sistema sanitario, sul quale, senza volere polemizzare, non possiamo non sottolineare la minore attenzione di chi in passato avrebbe potuto e dovuto concretizzare idonee iniziative per renderlo più rispondente a qualsiasi forma di emergenza. 

Solo mancanza di fondi o anche presenza di ignoranza e incapacità? In merito forse premiare la meritocrazia nelle carriere pubbliche potrebbe aiutare a risolvere i problemi. Ma questo è un problema di carattere generale di tanti Paesi che non hanno compreso abbastanza la necessità di salvaguardare in primo luogo il diritto alla salute dei popoli. Basta citare nuovamente i milioni di morti che si registrano quotidianamente sul pianeta per cause varie, non considerate nelle competenti – o forse meglio dire incompetenti sedi – verosimilmente perché non toccano tutti direttamente. Mancanza di sensibilità o altro? Certamente mancanza di prevenzione e di pianificazioni adeguate.

E in questo delicatissimo quadro come sta cambiando la vita dei Paesi interessati? Chiusura delle frontiere, comunicazioni bloccate, gravissime conseguenze per l’economia, famiglie con lavori precari in difficoltà ed altro ancora rappresentano solo alcuni degli aspetti devastanti che stanno peggiorando la situazione. Allora è proprio vera la profezia di Bill Gates? E l’umanità sarà in grado di reagire, almeno per una volta nella storia, con una coralità di intenti indispensabile per evitare altre tragedie? Il presidente Mattarella è l’unico che si sta facendo carico di un’azione decisa ed efficace sul piano delle relazioni internazionali al fine di stimolare soprattutto l’Europa, ma non soltanto, a ritrovare uno spirito comunitario, fondamentale nell’affrontare la particolare emergenza.

Il suo intervento, certamente provvidenziale e necessario, sta portando finalmente l’Italia fuori dall’isolamento. Del resto, nella vita non si improvvisa niente. Già… l’Europa! Solo una finzione geo-politica o anche una realtà coesa nel comune interesse dei Paesi che ne fanno parte? La drammatica situazione economica richiede uno sforzo comune a livello internazionale. Le organizzazioni scientifiche devono urgentemente interagire alla ricerca di soluzioni efficaci per evitare che la pandemia si estenda ulteriormente di fronte ad una situazione così grave ed improvvisa, direi anche inaspettata, non possiamo non concludere con un amaro interrogativo al quale forse solo la storia potrà dare precise risposte.

Quale è stata la reale origine del virus? Una causa naturale, un incidente o altro? Cui prodest? Cui bonoNon certamente all’umanità!

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