Inaugurata al Renaissance Naples Hotel Mediterraneo l’installazione ‘polifonica’ di Lello Esposito, curata da Jean-Noël Schifano, dedicata a Giambattista Vico, protagonista, nel 350esimo anniversario della sua nascita, del programma del Maggio dei Monumenti. L’albergo, che si pone come luogo aperto alla città e non solo ai turisti, ospita stabilmente nella hall opere di Lello Esposito ed omaggia ora il napoletano illustre Giambattista Vico. Composizioni in alluminio, lettere, cifre, simboli, vanno a comporre il racconto della storia di Napoli attraverso i secoli, i “corsi e ricorsi” di questa storia, per citare proprio il celebre filosofo.
Centrale, il numero 47, che un secolo dopo l’altro, dal Medioevo al Novecento, ha segnato tappe importanti per la storia della città, come l’eroica cacciata della Santa Inquisizione nel 1547, affermazione voluta e sofferta della libertà di essere, di sentire, di credere, da parte del popolo partenopeo, o come la rivolta di Masaniello, rifiuto del potere costituito, nel 1647. Un numero che ritorna in date che hanno segnato sempre scatti in avanti e sussulti di libertà per i Partenopei.
Nel giorno dell’inaugurazione della mostra, abbiamo chiesto a Lello Esposito e Jean-Noël Schifano di raccontarci il loro progetto. “Con Jean-Noël siamo amici da tempo – ci ha spiegato lo scultore – e questa è stata un’ottima occasione per collaborare a un progetto comune”. “Un progetto che nasce – così ancora Lello Esposito – da un grande amore per la città di Napoli; pensando ai ‘corsi e ricorsi’ storici di Giambattista Vico io ho immaginato i miei, quelli del mio percorso artistico”.
“Così, per questa esposizione ho utilizzato alcuni elementi che avevo già, aggiungendone di nuovi: un ritorno dunque, una metamorfosi di qualcosa che già esisteva e che assume ora una forma e un significato diverso. A lettere e numeri già presentati nel 2000 a New York ho unito nuovi simboli, chiedendomi prima di scolpirli cosa volessi scrivere, indagando su cosa la storia ci abbia raccontato e su cosa di questa storia io volevo porre l’accento: con le lettere in alluminio, oltre al nome di Vico, si possono immaginare parole diverse, storie nuove, infinite combinazioni”.
Napoli città greca, e a queste sue lontane origini ha voluto richiamarsi Lello Esposito, raffigurando su un grande sole in alluminio simboli di napoletanità e grecità insieme; così lo spiega: “Ho pensato all’isola di Rodi, al suo filo diretto con Napoli, perché forse proprio marinai di quell’isola furono i fondatori della nostra città; ho raffigurato il Sole, e la Sirena, fondatrice secondo la leggenda di Palepolis, poi Neapolis, e poi maschere del teatro greco, e guerrieri. Ma anche il Vesuvio, e Pulcinella, simboli partenopei”.
“Attraverso i simboli greci e napoletani ho voluto rappresentare la pienezza della città, le sue emozioni, una Napoli che guarda in tutte le direzioni”. Non casuale dunque la collocazione in un albergo inteso, come chiarisce lo scultore, come “luogo-mondo, aperto alla città, senza pregiudizi”.
Jean-Noël Schifano, legato particolarmente all’hotel Mediterraneo perché è quello in cui si ferma ogni volta che si trova a soggiornare a Napoli, ha accolto con entusiasmo la proposta di curare la mostra; così ci ha spiegato: “Giambattista Vico e Lello Esposito sono entrambi visceralmente napoletani; l’artista con le sue lettere e le sue cifre vuole in qualche modo ricomporre il mondo, ed è come se in qualche modo lui e il filosofo avessero vissuto la stessa epoca, perché a Napoli i secoli si stratificano, la creatività partenopea – nei vari campi in cui si manifesta – crea continuità”.
Per l’intellettuale francese, “la maschera di Pulcinella, simbolo partenopeo, lega le tre epoche della storia secondo Vico, quella del Senso, quella della Fantasia e quella della Ragione; dietro la maschera c’è tutto questo. E quindi dietro Pulcinella in un certo senso c’è Vico… e chi meglio di Lello Esposito poteva rappresentare questa simbologia, che unisce i periodi storici e i personaggi?”.
La mostra, ad ingresso libero, sarà visitabile fino all’11 giugno.