Cultura senza barriere

L’ASSOCIAZIONE TUTTI A SCUOLA OPERA PER GARANTIRE A TUTTI UN FONDAMENTALE DIRITTO.

IIl gradevolissimo volume Racconti di un medico, che nell’arco di pochi mesi affollerà le librerie, oltre a donare sorrisi misti a rapidi brividi lungo la schiena, ha avuto un merito inatteso: di far incrociare la mia “strada” con quella di due personaggi davvero unici. In primis il dottor Gennaro D’Amato, autore del “magico” volume in questione. Professore universitario e primario del più importante ospedale del sud Italia, il dottore mi ha maggiormente impressionato per la grande cortesia dei modi, l’entusiasmo autentico ma elegantemente misurato, e la sincera modestia, che di rado si accompagna alla grandezza d’incarichi.

Parlottando del più e del meno, illuminati della splendida energia che solo un discorso brillante può generare, l’attenzione è giunta su di un argomento particolarmente caro al professore: l’iniziativa

Tutti a scuola. Colpito dal racconto abbozzato in quel frangente, ho estinto la sete della curiosità grazie all’incontro con il dottor Toni Nocchetti, presidente della splendida associazione.

L’ammirabile ONLUS Tutti a scuola − “associazione di parte, ostinatamente dalla parte dei disabili” come fieramente affermato dal dottor Nocchetti −, lotta per il diritto dei ragazzi disabili ad un tempo scuola di qualità, e ad una vita quanto più possibile in linea con i canoni di “normalità”.

“Abbiamo scelto di non avere costi di gestione per la sede o per il personale: i nostri bilanci sono visionabili da sempre sul sito www.tuttiascuola.org” – prosegue il presidente – “Le scelte associative che ci contraddistinguono hanno privilegiato l’impiego delle nostre risorse economiche − proventi del 5 per 1.000 e delle quote associative − esclusivamente a favore di attività per i disabili”.

Collaborando con diverse realtà infatti, l’organizzazione opera alacremente per riempire le giornate dei giovani con vari impegni: lo sport, fondamentale per caratterizzare il rapporto dell’individuo con il proprio corpo e in relazione allo spazio circostante, vede coinvolti lo stadio Collana di Napoli in cooperazione con l’Accademia del Remo e dello Sport, e la piscina di Villa Rea a Villaricca; come nella vita di ogni ragazzino, anche qui non mancano la musica – eseguita con Banda Sbandata, presso l’albergo dei poveri a piazza Carlo III −, lo spettacolo – sottoforma di rappresentazioni teatrali con la compagnia ’a terra d’ ’o cielo − e pomeriggi all’aria aperta, che nei mesi estivi si traducono in meravigliose gite in barca, su natanti confiscati alla criminalità.

Numerose sono anche le iniziative che permettono ai ragazzi di venire in contatto, e confrontarsi, con la società in cui sono immersi, come la giornata dei Giochi senza barriere, che lo scorso giugno ha avuto luogo nella Villa Comunale di Napoli, o quella delle Catacombe senza barriere, dedicata a sensibilizzare rispetto all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle catacombe di San Gennaro.

Se da un lato l’associazione è molto presente nella vita dei ragazzi, dall’altro lato non manca di uno sguardo più ampio, indispensabile per risolvere “a monte” il problema.

Diverse sono le manifestazioni di protesta che, organizzate con assiduità, puntano ad attrarre l’attenzione della collettività e delle istituzioni: partendo da Napoli, passando per la Campania, “Tutti a scuola” è spesso giunta anche a Roma, e nello specifico a Montecitorio.

“Oggi, a distanza di circa 10 anni, possiamo dire di aver contribuito con la nostra azione alla scrittura di una sentenza, la n. 80 del febbraio 2010 emanata dalla Corte Costituzionale, che assicura ai bambini disabili un certo numero di ore di sostegno scolastico specializzato”. Racconta ancora il dottor Nocchetti: “grazie al Tar, e alle sue sentenze, 15.000 famiglie italiane hanno ottenuto che i loro figli disabili riuscissero a frequentare la scuola”… grandi numeri per una notizia che, ai miei “profani” occhi, appare un’altrettanto grande e lieta vittoria. Leggo invece nei suoi, sconsolati, un sentimento che inverte la rotta del mio giubilo: migliaia di euro per ogni ricorso, spesi al fine di garantire ai piccini un diritto costituzionale…

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