“Gatta Cenerentola” è appena uscito e già “rischia” di diventare un piccolo caso cinematografico. A Napoli, al multisala “Modernissimo”, l’anteprima dell’11 settembre è stata un successo: tre sale aperte per la proiezione delle 20:30 non sono bastate, si è reso necessario aggiungerne altre due in seconda serata. La pellicola firmata da Rak, Cappiello, Guarnieri e Sansone e prodotta da Mad Entertainment (con Rai Cinema), che ha entusiasmato pubblico e critica, è rientrata da Venezia con già quattro riconoscimenti in tasca: i premi “Francesco Pasinetti”, “Open”, ”Gianni Astrei” ed il “Mouse d’Argento”. Tutto lascia presumere, la qualità artistica e gli applausi scroscianti sui titoli di coda, che ne intascherà molti altri. Dal 14 settembre il film di animazione per adulti, prodotto interamente a Napoli, ha iniziato a veleggiare nelle sale cinematografiche italiane sospinto dal vento benevolo del Lido e dalle critiche entusiastiche della stampa.
La storia prende spunto dalla celeberrima favola seicentesca di Giambattista Basile, diventata nel ‘76 una straordinaria opera teatrale grazie al maestro Roberto De Simone, per procedere verso una sua rilettura innovativa in cui «gli archetipi fiabeschi – racconta Ivan Cappiello, uno dei registi – sono adattati a una modernità dipinta in tutti i suoi eccessi». Cenerentola, che nel cartoon si chiama Mia, è la figlia di Vittorio Basile, scienziato e armatore, che vuole realizzare nel Porto di Napoli un polo della scienza della memoria. Ma in agguato c’è ‘O Re Salvatore Lo Giusto (cui un superbo Massimiliano Gallo presta la voce e anche l’ugola) che, in combutta con Angelica Carrannante (doppiata da una bravissima Maria Pia Calzone), lo fa uccidere per impossessarsi del porto e trasformarlo in un luogo di malaffare e narcotraffico.
A contrastare i piani malefici dei due, sostenuti dalle sei figlie di Angelica (le sorellastre), Primo Gemito (interpretato da Alessandro Gassman), guardia del corpo e amico fidato di Basile, il cui cruccio è anche quello di salvare Mia/Cenerentola dalle grinfie di Lo Giusto deciso a sposarla (al posto di Angelica) per mettere le mani sulla sua eredità. Una storia che si dipana su Megaride, l’avveniristica e mastodontica nave ancorata al porto, dove i personaggi, animati da una squadra di giovani talenti napoletani, si muovono tra presente e passato, quest’ultimo rappresentato da ologrammi che vanno a stuzzicare la memoria e la coscienza. Ma come fu per la favola di Basile, anche per la “Gatta” in versione noir la vera protagonista è Napoli, città figliastra e vittima del potere di una matrigna cattiva, eternamente divisa tra la nobiltà dei suoi ideali e la pericolosità dei suoi mali atavici.
Ad impreziosire il lungometraggio animato le colonne sonore, che in un film made in Naples hanno un ruolo fondamentale nella narrazione della storia, composte dai brani, non originali, di Enzo Gragnaniello (anche voce di uno degli sgherri del Re) dei Guappecartò, de I Virtuosi di San Martino e dei Foja (Dario Sansone qui in veste di frontman), cui si aggiungono le composizioni originali di Luigi Scialdone e Antonio Fresa, anche produttori del cartoon. Trame sonore che mettono a nudo la parte più intima dei personaggi e sottolineano in maniera efficace il passaggio dalle grandi aspettative per la città al suo repentino decadimento. Un film che, al di là dei premi già ricevuti, è già in sé una vittoria per Napoli e la sua parte migliore, quella di produttori folli e maestranze molto qualificate che sono riusciti a portare sul grande schermo un prodotto di qualità, curato nell’estetica e sufficientemente visionario, in una città ancora troppo matrigna per la settima arte ma che sta iniziando a riprendersi la scena che le spetta di diritto nel panorama cinematografico internazionale.