Dal cuore di San Leucio al centro di Napoli: le sete reali per i fili della realtà civile

Naturalmente come viaggio di rientro! Si, perché, come è noto, da Napoli aveva preso le mosse il piano di quella Real colonia che ha consegnato ai nostri giorni la memoria tangibile di un tempo in parte ancora attuale nella sua storia fatta di sapori di vetustà divenuti poi tradizioni creative: fili preziosi di seta che si intrecciano tra abili mani di donna dando vita alle loro idee e ai loro progetti per ripensare le basi un modello economico-civile alla pari… Sulla base di patti di inclusione formativa, abbiamo proposto, veicolandoli attraverso il Maggio dei monumenti 2021, percorsi che si pongono in piena continuità con il modello che stiamo seguendo a partire dal progetto madre di patto educativo di comunità, Olimpiadi dei Saperi Positivi, promosso da Pietrasanta Onlus Polo Culturale.

Nel week end di fine maggio infatti conversazioni culturali a più voci riporteranno all ‘attenzione pubblica proprio la dimensione peculiare della  produzione serica di San Leucio, oggi patrimonio dell’ Unesco. Era il tempo della regina Maria Carolina, sorella dell’ altra regina – Maria  Antonietta – drammaticamente nota in ogni tempo, e moglie di re Ferdinando IV di Borbone. Gli approfondimenti in varie ricerche della giornalista scrittrice Nadia Verdile, autrice anche del volume ‘Regine. Spose bambine, eroine e sante dall’ Europa alla corte di Napoli‘, saggio che ha meritato il premio Virgilio solo pochi mesi fa, ma anche la narrazione nelle cromie cangianti dei tempi indicano proprio Maria Carolina, donna colta e raffinata, come prima fautrice dello Statuto di San Leucio, codice nato nella dimensione dell ‘Illuminismo napoletano, redatto da  intellettuali dell’ entourage della regina, forse Antonio Planelli musicista che guardava all ‘insegnamento di Gaetano Filangieri nel circuito naturalmente di Giuseppe Galanti, allievo dello studioso Antonio Genovesi. E proprio quel codice  gettò finanche le basi della parità uomo-donna! Nel nostro excursus storico – culturale che racconti con nuova attenzione il valore del contributo di forti quanto incomprese donne di ogni contesto e attitudine, vogliamo ricercare i fili, ma non solo quelli di seta, dell’ ingegno accompagnato all’ impegno, della passione che dà la mano alla determinazione.

Nella reale comunità, ma anche comunità reale,  che delineava il perimetro di un originario sano socialismo, il codice leuciano prevedeva, in un impeto di forte modernità di idee, un equilibrio collettivo basato su norme che tutelavano, tra le altre condizioni, l ‘educazione e la formazione, l’ uguaglianza giuridica uomo/donna, l ‘integrazione dei lavoratori stranieri. Il Codice leuciano del 1789 antesignano dei diritti sanciti nella Convenzione Onu del 1989?  proprio come contributo per la tutela del bene comune primario che è la formazione di tutti e di ciascuno : gli obiettivi ampi e specifici dell’ agenda 2030 si avvicinano! E forse per destino di continuità, gli opifici furono poi riportati a nuova luce nel terzo decennio dell’ 800, dopo l ‘oblio connesso ai fatti storici, da Maria Cristina, altra donna (regina) di grandissima capacità imprenditoriale in grado di valorizzare il filo  via Toledo /Parigi per interazioni di gusto e di arte, e per rispondere alle richieste della moda europea in fatto di abiti, colori e disegni. E allora voci di donne, regine di scelte di vita, vi aspettano il 29 maggio in Piazzetta Pietrasanta!
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