Dal libro di Giorgio Bonomi nasce la mostra “Corpi Solitari”

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Nella bellissima Noto, in provincia di Siracusa, è stata inaugurata il 2 maggio e durerà un mese, la mostra fotografica “Corpi Solitari”. Curata da Giorgio Bonomi, la mostra espone opere di Marco Circhirillo, Tiziana Contino, Francesca Della Toffola, Luigi Di Sarro, Adriana Festa, Michela Forte, Piera Gemelli, Rosalba Giugliano, Rosario Leotta, Rori Palazzo, Sara Petrolito, Mario Pischedda, Giada Rochira, Mona Lisa Tina, Marilena Vita, Angelo Zzaven.

L’evento nasce dal recente libro di Giorgio Bonomi “Il corpo solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea”.

Si tratta di immagini che evidenziano rappresentazioni del proprio corpo realizzate tramite tutte le possibili forme di autoscatto: da quello vero e proprio (con il temporizzatore, con la macchina fotografica in mano, con il flessibile, con il telecomando) alla fotografia realizzata da un assistente il cui compito è meramente esecutivo. Tecniche che consentono molte definizioni: “autoritratto”, “percezione di sé”, “identità”, “allo specchio”, e molte altre, per quel concetto di “autorappresentazione” che l’artista, da sempre, ha tentato.

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L’autorappresentazione è apparsa la più funzionale e la più appropriata per simili operazioni; la stessa componente narcisistica, certamente presente, assume un valore diverso se leggiamo il mito greco di Narciso non come esempio di futile vanità bensì come esemplificazione dell’operazione del conoscere, cioè il percepire l’altro da sé e comprenderlo, afferrarlo. Narciso muore nel tentativo di afferrare la sua immagine riflessa dall’acqua proprio per conoscere se stesso. Con il mito di Narciso si evidenzia che il desiderio di conoscere comporta rischi estremi, fino alla morte, come insegna anche l’altro grande mito sulla conoscenza, l’Ulisse dantesco.

È evidente che in questa odierna società, sempre più spersonalizzata e basata sull’immateriale, il percorso di riappropriazione non può che partire da se stessi e dal proprio corpo.

Un altro dato interessante consiste nel fatto che tra gli artisti che usano l’autorappresentazione, sono prevalenti le donne. Per spiegare il fenomeno possiamo ricorrere a tutte le categorie indicanti le caratteristiche femminili: intimità, riservatezza, immediatezza, pudore e così via, se non le interpretiamo in modo mellifluo e se accettiamo la lezione più accreditata del femminismo che contempla non l’uguaglianza bensì l’esaltazione delle differenze di genere.

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Infine, perché proprio l’autorappresentazione? Perché questa forma di espressione permette all’artista di unificare soggetto ed oggetto senza mediazioni e di fruire di una completa solitudine nell’atto creativo, evitando, a livello concettuale e metodologico, ogni interferenza esterna, positiva o negativa. Così l’autore si trova “solo” e carico di una responsabilità, etica ed estetica, maggiore e con una dose assai più ampia di rischio: sfida che in questa mostra è essenziale e alla base di risultati importanti.

Fino al 2 giugno

Palazzo Trigona

Noto (SR), via Cavour 95

Tel. +39 095539326

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