Cresce il turismo acrheologico
Sempre più messaggi di formazione e di rigenerazione muovono dall’inestimabile patrimonio storico-artistico che tanti visitano ogni giorno, patrimonio a noi vicinissimo che costituisce bene culturale per il mondo intero: l’antica Pompei e i siti archeologici contigui, come quello di Stabia ma anche di Civita Giuliana con le recentissime scoperte quali nuove parti dell’enorme complesso di Villa San Marco e la stanza degli schiavi, siti ugualmente colpiti dall’eruzione pliniana del 79 d.C.
Che si promuova e si divulghi sempre più un’autentica conoscenza della latinità ci trova non solo pienamente concordi ma anche entusiasti visto che messaggi di educazione socio-culturale oltre che storico-artistica vengono proprio dai siti archeologici da leggersi ancora in tutte le direzioni. Ed ogni volta nuove luci sulla dinamica degli eventi dell’eruzione pliniana e nuovi orizzonti si aprono.
Si chiamava Iulia Felix …
Pompei, nonostante siano trascorsi due millenni, comunica e divulga bellezza ma anche flussi di tensione verso forme di affermazione o di legittimazione tra esistenze di gladiatori o profili femminili narrando la quotidianità della storia e delle storie, dell’arte e degli stili di vita, delle scelte di impiego e di attività. Colonia romana nell’80 a.C , l’antica Pompei ci parla, dunque, anche di esempi significativi di autonomia e, con prospettiva postuma, di emancipazione femminile. Dopo il terremoto del 62 d. C., Iulia Felix, il cui complesso- praedia- è una grande proprietà romana sulla Via dell’Abbondanza – via suggestiva, nella quale i cittadini si dedicavano non solo ai commerci, narrata anche in Pompeya El ultimo gladiador allestita a Barcellona – si attiva con la locazione della sua proprietà dimostrando particolare abilità nella gestione di affari nati proprio per la contingenza avvenuta, abilità imprenditoriali in sostanza.
Giulia Felice possiede, per dono paterno, una villa con stanze ben arredate fortemente danneggiata poi dal terremoto del 62 d.C. : si ingegna e fa modificare parte della villa convertendola in appartamenti da fittare con annessi bagni pubblici, negozi e taverne poi sepolti dall’eruzione del 79 d.C. Con intuito imprenditoriale, apre le sue terme private alla fruizione pubblica visto che quelle del Foro possono essere utilizzate solo in parte. Si afferma, dunque, come vera donna d’affari a Pompei confermando come la donna romana, avendo opportunità di istruirsi, potesse svolgere anche attività imprenditoriali e divenire per l’appunto una delle figure pubbliche femminili più influenti a Pompei. E dunque la formazione culturale, oggi come nell’antica Roma, come premessa di base per il raggiungimento di consapevoli forme di autonomia anche per le donne: evidenze epigrafiche, come nel caso di Giulia nel complesso pompeiano, raccontano di singolari affermazioni come imprenditrici. E la formazione culturale per combattere ogni forma di discriminazione in generale resta l’unico antidoto!
Scuola chiama Museo/ Museo chiama Scuola
L’idea di chi scrive è quella di promuovere una cooperazione informativa e formativa col mondo della scuola, nella fattispecie di quelle che contemplano nel curricolo di studi le lingue e le civiltà classiche, da parte dei curatori delle mostre, in particolare di quelle che tutelano le interrelazioni con la cultura classica in tutte le sue accezioni, per forme di sinergia su percorsi tematici che possano motivare allo studio dei classici, in flessione nell’ultimo periodo, scoprendone ogni volta la bellezza e l’attualità grazie al coinvolgimento degli allestimenti museali e grazie alle pluralità possibili in base alla creatività degli stessi partecipanti delle scuole. Gruppi di lavoro in team e tavoli di confronto, nell’ottica del superamento di ogni settorialità, possono rappresentare stimoli per allestimenti performativi condivisi col mondo dei giovani classicisti in formazione, visto che l’Italia ancora ha la fortuna di potersi avvalere della formazione classica nell’ambito delle scelte possibili.
E allora diamo voce alle tante possibili chiavi di lettura partendo, perché no?, proprio dal Progetto Pompeya …in virtù dell’attenzione giustamente dedicata dai responsabili ai molteplici aspetti della vita sociale, civica, economica, culturale dell’antica Pompei, simbolo della cultura romana nella sua complessità.
Educare alla bellezza proprio grazie all’interazione coi Musei rappresenterebbe la chiave di volta per orientamenti fattivi verso quelle professioni che tutelano la memoria dell’umanità!