La Napoli baciata dal sole che dovrebbe quindi emanare solo luce pura, positiva, buona, nasconde però qualche segreto, qualche leggenda, che affonda le sue radici dove luce non ce n’è ed è il male a farla da padrone. Per questo ho deciso di portare mio nipote al Palazzo Penne, in pieno centro storico, nei pressi del largo Banchi Nuovi, che una volta rappresentava il primo piccolo largo all’ingresso della città di Napoli.
“Zio, è bello, un po’ abbandonato a dire il vero… ma è solo un palazzo… neanche tanto grande…”.
“Ti ho già detto che non sempre tutto è come sembra…!”.
“Non mi dire che anche questo palazzo sbuca da un’altra parte… magari sotto terra?!”.
“No, ma questo palazzo non è stato costruito dagli uomini!”.
“E da chi?! Dagli alieni?!”.
“No, nemmeno… ora ti racconto una storia… non spaventarti però!”.
L’attenzione di mio nipote è completamente destata. Gli racconto la leggenda del palazzo Penne, il palazzo costruito dal diavolo.
C’era una volta un uomo, Antonio Penne, o Giovanni Penne, non si hanno molte sicurezze a riguardo, tranne per il fatto che fosse un funzionario francese… quest’uomo era innamorato perdutamente di una donna, ma questa non cedeva alle sue continue lusinghe e lanciò all’uomo una sfida impossibile: se davvero l’amava, avrebbe dovuto costruire un palazzo in una sola notte. L’uomo sembrava sconfitto, ma si affidò al diavolo. Fece un patto con lui promettendo di cedere la propria anima in cambio della costruzione del palazzo, ma aggiunse una clausola fondamentale: avrebbe ceduto la sua anima se il diavolo fosse riuscito a contare i chicchi di una spiga sparsi dall’uomo nel cortile. Il diavolo accettò e con facilità contò tutti i chicchi di spiga, ma fallì di cinque numeri. L’uomo aveva ingannato il diavolo spargendo anche un po’ di pece nel cortile che aveva fatto in modo che alcuni granelli si incastrassero sotto le unghie del diavolo. L’uomo così si tenne l’anima, il palazzo e anche la donna.
Mio nipote mi guarda a metà tra lo scettico e il divertito!
“Non hai paura?!”.
“Di un palazzo forse costruito da un diavolo che è stato anche ingannato così facilmente?! No…”.
“Siete strani voi ragazzini di oggi…”.
“Mi fa più paura che ora un palazzo bello sia così trascurato e malandato, questo mi fa paura… che fine farà?”.
“Già…”.
Forse non sono poi tanto strano questi ragazzini, non hanno paura del diavolo, hanno paura del futuro.