L’unione tra i familiari e nel lavoro fa la forza di Mennella, brand in ascesa.
Potrebbe capitarvi, sbrigando un’impegnativa e seccante commissione, o magari godendo di una piacevole passeggiata culturale alla scoperta delle vestigia archeologiche torresi, di avvertire un insistente languore… anche “lo stomaco” vuole la sua parte. Potrebbe capitarvi, per un fortuito – quanto fortunato – caso, o a seguito di un’apposita ricerca – qualora già conosciate il posto –, di eleggere la pizzeria “Officina della pizza”, in via Vittorio Veneto, quale locus amoenus per rifocillarvi e trascorrere un’oretta di piacevole ristoro di mente e membra. Ambiente casual ma curato e accogliente, pizza sottile e ben cotta, frittura “generosa” di produzione artigianale, utilizzo d’ingredienti freschi, di prima scelta e di qualità certificata, fanno della pizzeria una fucina di piacere, una bottega artigianale volta alla soddisfazione del palato… ma questa è “un’altra storia”. Potrebbe capitarvi, nell’intento di pasteggiare nella suddetta pizzeria, di rinfrescarvi con uno squisito gelato nel locale a pochi metri da questa, o di deliziarvi con un pasticcino e un caffè al bar qualche passo più in là lungo via Vittorio Veneto – location dei tre esercizi, facenti capo alla famiglia Mennella – d’imbattervi nel protagonista di “questa storia”, com’è accaduto a me, qualche giorno fa. Vi sarà capitato di consumare, da soli, un rapido pasto frugale: capirete bene allora, come mi sia trovata, mio malgrado, a vagolare con la mente; “saltellando” da un pensiero all’altro, mentre con lo sguardo facevo lo stesso, ora osservando un tavolo, ora un altro, senza realmente “vedere” la spicciolata di commensali che il caso aveva voluto lì in quel momento.
Solo a un certo punto, come risvegliata dallo stato ipnotico, la mia attenzione curiosa è stata attratta da “lui”. Quell’uomo sedeva a pochi passi da me: aspetto lindo e curato, ma “normale”; nulla che lo distinguesse dalle tante persone che quotidianamente s’incontrano, ad eccezione di un particolare, minuto quanto fondamentale: l’espressione del volto e la luce che baluginava negl’occhi scuri.
L’osservavo parlare con le persone che sedevano con lui, il viso pervaso di quella fiamma che solo chi sia ancora in contatto con “il bambino che ha dentro” può avere. Riassunti in quei due specchi dell’anima l’entusiasmo per le piccole cose, la gioia per i semplici piaceri, la sicurezza e l’insicurezza, insieme, di quanti non siano stati inzaccherati delle brutture del mondo. “Occhi che parlano” come gli occhi che dalla nascita con amore mi accompagnano – quelli di mio padre -; come quelli che sempre incrocio quando un bimbo riceve un gelato dalle mani del negoziante; come quelli che hanno contraddistinto le persone migliori che abbia avuto l’onore d’incontrare sulla mia strada.“Perché gli uomini non capiscono che nella vita si può essere felici?” ora potevo distinguere le sue parole “perché non comprendiamo che, quand’anche fossimo prigionieri di una stanza angusta, al buio, potremmo comunque assaporare la felicità, costituita dalla visione di un bagliore di luce che filtra dalla serratura?”; mentre mi appressavo alla cassa, potevo vederlo frugare divertito nelle tasche, e fare dono di quanto ne estraesse ai suoi commensali, con fare spontaneo e gioioso, suscitando così anche l’allegria e l’ilarità di quanti ricevessero gl’inattesi omaggi.Recita una frase attribuita al sommo poeta Giacomo Leopardi: “È curioso vedere come quasi tutti gli uomini che valgano abbiano maniere semplici e che quasi sempre le maniere semplici siano prese per indizio di poco valore”.
AntonioMennella è uno di quegli uomini “che valgono”.
Classe 1947, entra in contatto con la pasticceria all’età di 7 anni, quando lavorando con il cognato – titolare del noto “bar pasticceria Blanco”, di Torre del Greco – è solito trascorrere le giornate, in veste ora di complice ora di sorvegliante del fidanzato della sorella.
Non immagina ancora che la pasticceria diverrà parte integrante del suo futuro e della sua identità d’imprenditore; anzi, racconta: “All’inizio non mi piaceva lavorare in pasticceria! Solo all’età di 14 anni, divenendo sempre più bravo, ho iniziato a sviluppare la passione per questo mestiere”.
Nel 1969 nasce, con gran sacrificio, il primo punto vendita “Mennella”, in via Aldo Moro 21, a Torre del Greco: “Negli anni precedenti al ’69 avevo provveduto a mettere da parte una sommetta, per concretizzare il sogno di aprire un negozio tutto mio – racconta il signor Antonio- ma l’intero gruzzolo bastò appena per pagare utenze e locali. Fortunatamente – prosegue – a quell’epoca esisteva ancora la Fiducia: grazie ad un signore che volle credere in me, Salvatore Izzo, arredai con mobilia di seconda mano la pasticceria; pagando pian piano il tutto grazie agli incassi che sin da subito si dimostrarono discreti”. Lo stesso anno sancisce anche la nascita della “famiglia”, ad oggi protagonista della vita commerciale di Torre del Geco e della Campania: il matrimonio con l’amata compagna di vita Nunzia, e la nascita di Giuseppe, primogenito di tre figli.
Con la crescita dei ragazzi prospera anche la vita dell’azienda, che in coincidenza con il diciottesimo anno di età di Giuseppe, e dietro suo consiglio, si arricchisce di un’altra pasticceria, sita in via Libertà, a Portici; talmente desiderata da quest’ultimo, da essere aperta con il capitale ricavato dalla vendita della sua casa, ricevuta in dono dal papà.
La nascita del nuovo punto vendita, sebbene impegnativa in termini di dispendio economico e d’energie, si rivela ben presto la scelta giusta; tanto che, superato il caos che la novella avventura ha generato, alla pasticceria di Portici ne seguono, in tempi relativamente concitati, altre due: quella in via Vittorio Veneto e quella in Via Nazionale, entrambe concepite nell’ambito di Torre del Greco.
Con l’affinarsi del carattere, delle inclinazioni personali e delle competenze dei giovani Mennella, nuove e vincenti strade si profilano all’orizzonte: così Enzo, secondogenito, viene selezionato da Eat Parade, programma tv trasmesso da Rai 2, per portare nelle case degl’italiani i segreti della pasticceria; mentre Roberto, ultimo figlio, specializzato nella lavorazione del cioccolato e del gelato, differenzia ulteriormente l’offerta del laboratorio artigianale, suggerendo l’apertura delle apprezzatissime quattro gelaterie. Ultima nata e già punto di riferimento per gli abitanti del quartiere, è quella in via Scarlatti, inaugurata in questi giorni.
Snocciolate tra Torre del Greco, in via Vittorio Veneto; Portici, in viale Leonardo da Vinci, e Napoli, in via Carducci e via Scarlatti , le gelaterie Mennella vantano un appeal unico: unione di stile minimal, genuinità dei prodotti e “trasparenza” della lavorazione degli ingredienti, garantita dalla “cucina a vista”. Il punto di forza della famiglia Mennella, che ne caratterizza vita privata e professionale, è proprio l’unione. Complicità, fiducia e sostegno sono l’abc del rapporto tra fratelli, e con il capostipite; altrettanto si può dire della produzione dolciaria: fondata sull’imprescindibile rispetto della tradizione e della naturalezza delle materie prime, è però in continua evoluzione, costantemente attualizzata e alimentata da nuove e stimolanti proposte, in linea con le necessità del mercato. Aspetto appetitoso e stuzzicante, fragranze soavi ed intense, sapore genuino, raffinato, allettante, sopraffino… come definire le leccornie Mennella? Nuovamente soggiungono, in aiuto, gl’immortali versi del Leopardi, e se “lingua mortal non dice quel ch’io sentiva in seno”, meglio affidarsi ad un riscontro del palato, per effettuare personalmente la scoperta dell’ineffabile.