In questo periodo preelettorale ho immaginato di passeggiare per le strade dell’antica Pompei e di respirare il clima che avrebbe potuto precedere le elezioni di oltre duemila anni fa.
Cammino per strada e guardo in su. Sui muri in alto leggo: “Vi chiedo di votare quell’uomo buono di Popidio in qualità di duoviro” !
E poi quasi a cancellare l’altra scritta: “I panettieri insieme ai loro vicini desiderano che diventi edile Gneo Elvio Sabino”!
Giro l’angolo e qui: “Stazia e Petronia propongono M. Casellio e L. Albucio come edili”.
Non è la prima volta che ci sono le elezioni, qui a Pompei, la città in cui vivo. Mi piace girare per le strade in tempo di propaganda: si trova sempre qualcuno con una toga bianca, che sorride a tutti, che stringe mani, accompagnato da un codazzo di sostenitori, amici, curiosi, saluta e distribuisce doni o monete, per ottenere insomma il favore di chi lo deve votare.
Mi piace leggere quello che scrivono i candidati, cosa promettono senza alcuna vergogna, già sapendo di non poterlo mantenere. Si presentano tutti come generosi, onesti, e per dimostrarlo offrono da mangiare anche ai più bisognosi: peccato poi che sul fondo della coppetta riempita con la zuppa si legga il loro nome, così che rimanga impresso nella memoria al momento di votare.
Spesso sono gli amici a garantire onestà e serietà di Tizio o Caio e sono sempre gli amici a fare pubblicità, a imbiancare il muro, a scriverci poi sopra, a reggere la scala e, di sera, la lanterna per fare luce. Poco importa che gli sia stato ordinato di non imbrattare gli edifici: è troppo importante aiutare il loro amico, sperando che si ricorderà di loro una volta eletto.
Ma quello che mi diverte di più è vedere tutti che vanno a votare: mio padre, i miei zii, mio nonno. Giro loro intorno come in un giorno di festa e li vedo andare tutti insieme al comitium, dove votano incidendo su una tavoletta cerata poi inserita in una cesta. Il nome del vincitore, proclamato a gran voce, riecheggia per le strade e tutti lo acclamano!