Ennesima delusione: Napoli non si candida per ospitare l’Eurovision Song Contest 2022

Il capoluogo campano non è presente tra le 17 città che si sono offerte per ospitare l’Eurovision Song Contest che si terrà in Italia nel maggio del 2022. 

E no, non ci siamo… dopo la vittoria all’Eurovision dei Maneskin dello scorso maggio, è scattata la corsa alle candidature. I grandi capoluoghi di regione, quelli di provincia e anche alcuni comuni, si sono dati da fare e hanno risposto ‘presente’ alla manifestazione di interesse indetta dalla Rai. E la città di Napoli? È rimasta a guardare. Un po’ ‘zitta e buona’, visto che siamo in tema Maneskin.

Delusione, fallimento, ennesima promessa della classe politica non mantenuta. E su questo ci siamo… anzi, ci siamo sempre stati. Ma quali requisiti non siamo in grado di soddisfare per ospitare la competizione canora europea?

Secondo le richieste ufficiali, la città ospitante deve essere dotata di un aeroporto internazionale che disti non più di 1 ora e 30 minuti da essa e un’offerta alberghiera di oltre due mila stanze nelle aree contigue all’evento.

In più, la struttura destinata allo svolgimento dell’evento deve essere: al coperto, dotata di aria condizionata e ben perimetrabile, con una capienza di otto-dieci mila spettatori nella sala principale durante l’evento (corrispondente al 70% della capienza massima prevista per i normali concerti), dotata di un’area principale che possa ospitare un allestimento con altezze disponibili di circa diciotto metri. 

Anche le zone contigue all’area principale devono soddisfare dei requisiti: avere una struttura logistica che supporti esigenze come un centro stampa per mille giornalisti, un’area per le delegazioni, che includa camerini, strutture per il personale ed uffici, area hospitality, servizi per il pubblico; disporre di aree a raso e di facile accesso contigue ed integrate nel perimetro dell’infrastruttura per il supporto tecnico-logistico di cinque mila metri quadri; essere disponibile in esclusiva per 6 settimane prima dell’evento più le due settimane dello show e una settimana dopo la fine dell’evento per il disallestimento.

Ecco, leggendo i requisiti appare subito chiaro che il problema della mancata candidatura della nostra città è molto semplice: carenza e insufficienza delle nostre infrastrutture. Ciò è il risultato impietoso di anni di inadeguatezza della nostra classe dirigente  che si è dimostrata ancora una volta incapace di soddisfare richieste che altre città italiane sono in grado tranquillamente di rispettare. 

Vediamo allora quali sono queste 17 città candidate: Bologna, Genova, Firenze, Milano, Roma, Torino, Trieste, Alessandria, Matera, Pesaro, Rimini, Viterbo, Acireale (Catania), Bertinoro di Romagna (Forlì – Cesena), Jesolo (Venezia), Palazzolo Acreide (Siracusa), Sanremo (Imperia). 

Per quanto tempo ancora Napoli dovrà essere inferiore a queste città? E non parliamo solo di grandi metropoli come Roma e Milano, ma anche di piccoli comuni come Bertinoro di Romagna e Palazzolo Acreide. E pensare che Napoli è stata la prima città italiana a ospitare l’Eurovision Song Contest dopo che Gigliola Cinquetti nel 1964 aveva vinto la competizione. Infatti, nel 1965 l’Eurovision in Italia rappresentò l’occasione di inaugurare il nuovo Auditorium della Rai di Napoli.

Siamo alle solite: viviamo in un presente insoddisfacente, ricordando i fasti del passato e sperando in un futuro quanto mai incerto. Potrà mai Napoli risollevarsi del tutto e mettersi in pari con il resto delle grandi città italiane? Ai posteri l’ardua sentenza e alla prossima classe dirigente l’arduo e delicato compito di riuscirci.

 

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on email
Share on telegram

La nostra rivista
La nostra
rivista
L’Espresso Napoletano diffonde quella Napoli ricca di storia, cultura, misteri, gioia e tradizione che rendono la città speciale e unico al mondo!

SCELTI PER TE