Sono settimane ormai che Napoli e la Campania tutta sono devastate dagli incendi, divampati soprattutto nei boschi del Vesuvio e in prossimità dei paesi collocati alle sue pendici. È allarme su tutti i fronti: oltre alla mobilitazione delle forze dell’ordine, tutte concentrate per far fronte al pericolo, questi incendi minacciano le nostre meravigliose aree naturali (sul Vesuvio è stata stimata una strage di 20 milioni di api), nonché tutti gli abitanti delle zone ad essi vicine, che in vario modo hanno risentito, psicologicamente e fisicamente, del disastro di fuoco e fiamme.
Il prof. Gennaro D’Amato, medico, professore universitario, già primario al “Cardarelli” di Napoli, membro italiano della commissione medica G7 e chairman della World Allergy Organization, ha lodevolmente offerto e divulgato tramite mass media e social network il suo consiglio di esperto per tutte quelle persone affette da asma e da BPCO abitanti nelle zone colpite dagli estesissimi incendi, soprattutto nell’area del Vesuvio. In tanti hanno avuto problemi respiratori non indifferenti.
Abbiamo pensato di riportarli dunque sul nostro giornale, nella speranza che possano essere utili a tutti coloro che ne hanno bisogno.
Innanzitutto, provare ad allontanarsi quanto più è possibile dalla zona dell’incendio; se possibile addirittura trasferirsi in una casa di parenti o amici lontano dalla zona interessata, per tutto il periodo in cui l’incendio è attivo. Nel caso in cui ciò non fosse possibile, o se si vive in una zona comunque lontano dalle fiamme ma raggiungibile dai fumi dell’incendio, chiudere porte e finestre evitando di fare entrare i fumi dall’esterno, poiché le correnti aeree possono portare le polveri ed i fumi liberati dagli incendi anche a molti km di distanza.
Se fa molto caldo si può accendere il condizionatore, evitando però di tenerlo al di sotto di 25 C° per evitare perfrigerazioni (la temperatura fredda è un fattore proinfiammatorio per le vie aeree, e nei pazienti con patologia ostruttiva potrebbe incrementare i sintomi di tosse e di affanno).
Uscendo, poi, è opportuno evitare di camminare nelle zone con residui di fumo e con traffico veicolare che, oltre alle emissioni inquinanti di polveri e gas, può rialzare in atmosfera le polveri e le ceneri depositate al suolo.
È importante comunque continuare la terapia per la patologia di cui si soffre, in particolare inalazioni (spray o polveri) di broncodilatatori e corticosteroidi, aumentando le dosi, dietro consiglio medico, se l’ostruzione bronchiale aumenta. In caso di pioggia improvvisa o di temporale, chi soffre di allergia da pollini dovrebbe evitare di uscire per i primi 30-40 minuti, soprattutto se è un periodo (primaverile, estivo ma anche autunnale) di presenza in atmosfera di pollini (graminacee, parietaria, olivo) o di miceti (soprattutto alternaria) che potrebbero frammentarsi dando luogo ad un microparticolato allergenico che può penetrare in profondità nelle vie aeree periferiche inducendo riacutizzazioni asmatiche talvolta gravi.
Nel pulire le terrazze e i balconi dalle polveri, evitare di rialzarle e lavare con pompa ad acqua queste superfici (facendo ovviamente stare lontano chi soffre di patologie ostruttive, compresi i bambini mucositici).
Infine, stimolare i soggetti affetti da patologie ostruttive a respirare quanto più è possibile con il naso, per ridurre il rischio di inalare le polveri nell’apparato respiratorio inferiore; se il naso è ostruito curarlo adeguatamente e quotidianamente, almeno con soluzione salina.