L’incontro con Francesco Tramontano avviene nel suo negozio-laboratorio di via Vittorio Imbriani, a pochi passi dal Liceo Umberto a Napoli. È uno spazio elegante, raffinato e, soprattutto, molto accogliente. Scopro poi, parlando con Francesco, che è in linea con il suo modo di essere, con i suoi obiettivi, con la sua realtà lavorativa. Francesco rappresenta la terza generazione dei Tramontano artigiani: cominciò suo nonno, poi l’attività la proseguì il suo papà, Ciccio, e ora tocca a lui. Il nonno cominciò con l’attività di pelletterie, ma con Ciccio Tramontano si ebbe la prima evoluzione nella fabbricazione delle borse: l’applicazione ad esse di parti metalliche rappresentate da fibbie e gioielli progettati e realizzati all’interno della fabbrica; per anni le borse Tramontano sono state apprezzate non tanto e non solo dalla cosiddetta “Napoli bene”, ma soprattutto dalla “Napoli elegante”, cioè una fascia di clientela veramente ampia e raffinata, salvo poi travalicare i confini locali.
Francesco ha sviluppato in maniera prevalente il ramo che la famiglia ha dedicato ai gioielli. Ha trascorso quattro anni collaborando con artigiani orafi per apprendere le tecniche e i segreti di questo bellissimo mestiere; successivamente ha aperto il suo spazio a Chiaia, spazio che esiste ormai da sei anni; inizialmente il papà progettava i gioielli e lui li realizzava, adesso, pur continuando la collaborazione con il padre, non si limita a realizzare i suoi monili, ma li progetta anche. Utilizza soprattutto l’argento, che è il materiale che di più ama lavorare, ma sta allargando la gamma dei materiali al bronzo, all’ottone, al legno, alle conchiglie, ai sassi di mare. Oltre alle sue progettazioni, i suoi prodotti vengono realizzati anche su idea o disegno dei clienti, e su richiesta viene lavorato anche l’oro, ma solo per oggetti commissionati per collezioni private. La domanda che viene subito da fare è: “La creatività si eredita?”; bella e precisa la sua risposta: “No, si respira”.
Tra tutti gli oggetti che ha creato e che produce, Francesco è molto legato ad un anello d’argento sul quale viene applicata, tramite chiodini, una placchetta d’oro con l’incisione, rigorosamente a mano, di un nome, una sigla, una piccola frase richiesta dal committente. Il lavoro di Francesco, oltre che della collaborazione di Ciccio Tramontano, si avvale anche della collaborazione della mamma, la signora Paola, e della sua ragazza, Alessia, prossima alla laurea in Psicologia, ma molto vicina a Francesco, supportandolo nella sua attività e dedicandogli prevalentemente i pomeriggi che non la vedono impegnata all’Università.
Il sogno di Francesco per il suo futuro è aprire vari punti vendita nel nord Italia e in Europa, per ingrandire la sua rete commerciale, ma anche per esportare la sua creatività impregnata di cultura mediterranea e soprattutto napoletana. D’altra parte, è proprio la creatività (e non solo la tecnica) il suo punto di forza, e diventa perciò stimolante il confronto con un tipo di clientela culturalmente distante da quella a cui è abituato; c’è anche da dire, e non è un luogo comune, che in un’attività in cui è importante la creatività, una mente napoletana è sempre avvantaggiata. Il progetto di Francesco tiene conto anche di un’altra sua passione: i viaggi; avendo quindi vari punti vendita sparsi nel mondo e volendoli seguire direttamente senza affidarsi a reti di franchising, potrà viaggiare e, contemporaneamente, lavorare.
L’altra carta vincente di Francesco è il suo perseguire uno scopo che da un punto di vista commerciale innegabilmente è vincente: le sue pregiate realizzazioni artigianali hanno sempre un ottimo rapporto qualità-prezzo, riesce quindi ad essere competitivo con altri prodotti artigianali ma offrendo una qualità superiore, una qualità che sia la massima espressione dell’artigianalità; e se a questo aggiungiamo che il suo rapporto con la clientela non è mai solo commerciale, ma diventa un rapporto interpersonale, il gioco è fatto. Un altro importante obiettivo? Lo rivela lo stesso Francesco: fare in modo che chi compra una sua creazione si appassioni talmente all’oggetto da farlo diventare un oggetto da collezione. E infatti il giovane Tramontano sottolinea che, per lui, più che la vendita di una sua creazione, è importante l’utilizzo che di essa si fa: Francesco vuole che ogni oggetto che si compra da lui possa sviluppare il senso di possesso nell’acquirente.
L’impresa di artigianato, come dimostra la dinastia dei Tramontano, ha un valore intrinseco e inalienabile, un valore che continua a dispetto dei tempi e dell’evoluzione, un valore che ne racchiude molti in sé, non ultimo quello di una passione che si tramanda di padre in figlio e che trasforma ogni oggetto prodotto in un atto d’amore. E posso assicurare che tutto ciò risulta ben evidente se si osserva Francesco mentre lavora al suo banchetto.