I luoghi della cultura di Napoli messi a disposizione per la campagna vaccinale

È un’immagine che da speranza. Che infonde orgoglio e ci regala, in fondo, anche un po’ di pace. Come riporta Il Mattino, la Fagianeria del Bosco di Capodimonte sarà destinata a ospitare una delle sedi dell’Asl per la campagna di vaccinazioni anti-covid per la popolazione.

L’idea

L’idea di usare la tenuta del Bosco è venuta proprio al direttore della testata, Federico Monga, ricevendo i ringraziamenti del direttore del Museo del Real Bosco di Capodimonte, Sylvan Bellenger. Per il direttore, il paesaggio in cui sarà immerso il centro “ci ricorderà che l’unica cosa da cui non dobbiamo aver paura di farci contagiare è l’arte e la bellezza, da sempre formidabili strumenti di cura dell’anima”.

La scelta di usare proprio l’edificio della Fagianeria si deve a Bellenger e al manager dell’Asl Ciro Verdoliva, che vede nella scelta “una grande occasione per far sentire, proprio in un momento difficile, che la cultura e la storia della città di Napoli può essere protagonista anche per garantire la salute”. Noi siamo dello stesso parere: l’immagine della città che, con gli spazi dedicati alla sua storia, ci viene incontro e ci guida a un futuro in cui tutto questo sarà solo un ricordo, ci porta alla consapevolezza di più di quanto siamo noi stessi immersi nella storia di questi giorni.

Un glorioso passato ci spinge verso il futuro

La tenuta del Bosco di Capodimonte non ha certo bisogno di presentazioni. Promette da sempre di incantare con i suoi 134 ettari, i viali disegnati da Ferdinando Sanfelice (figura cardine dell’architettura napoletana del settecento) e i 16 edifici disseminati tra questi viali, come le residente, le chiese e, protagonista assoluta di oggi, la Fagianeria.

Era detta anche Casa dei Fagiani Forestieri e Chiuso della Fagianeria, perché utilizzata per la schiusa e il ricovero dei fagiani cinesi, americani e dei pavoni. L’edificio che oggi è possibile ammirare è frutto di un ripristino della costruzione originaria che fu quasi del tutto distrutta il 4 agosto del 1943, durante gli eventi del secondo conflitto mondiale. Quel giorno in particolare si articolò nello sgancio del maggior numero di bombe alleate contro l’esercito oppressore. Si trova in prossimità di un secolare Platano d’Oriente e di una Magnolia, piantata nel 1836, che è possibile ammirare ancora oggi.

La campagna di prevenzione sarà così un’occasione per visitare, per la prima volta o nuovamente, il complesso di Capodimonte che, oltre ad essere ricchissimo di storia, è anche uno dei polmoni verdi della nostra città e sappiamo benissimo quanto il desiderio di una boccata d’aria fresca, senza mascherina, si sia impadronito di noi. Se per questo ci vorrà ancora del tempo, per volere del direttore Bellenger chiunque si vaccinerà potrà ricevere uno sconto sul biglietto d’ingresso al Museo, potendo così godere di tutte le sue bellezze.

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