Venerdì 25 ottobre, alle ore 21, il Teatro Bellini di Napoli inaugura la stagione 2016/2017 con lo spettacolo “Bordello di mare con città” di Enzo Moscato, rappresentato in Prima Nazionale Assoluta. L’opera fu commissionata a Moscato alla morte di Annibale Ruccello, quindi ben trent’anni fa, per sostituire quella che lo stesso Annibale avrebbe dovuto scrivere e portare in scena; vi si legge tutto il dolore provato dall’autore per la morte prematura dell’amico, giovane drammaturgo che tanto già aveva dato al mondo teatrale partenopeo.
La vicenda si svolge a Napoli, in una giornata particolare per le donne che abitavano quello che ormai è un ex bordello: si attende la visita del Cardinale, che dovrà verificare le condizioni di quel luogo un tempo destinato al peccato, per decidere se sarà possibile consacrarlo e trasformarlo in un luogo di culto. Assunta, proprietaria dell’appartamento ed ex maitresse di quella che un tempo era una “casa chiusa”, sta diventando famosa perché pare che faccia miracoli…che sia in grado di operare guarigioni.
Titina, che ha subito fiutato l’affare, sta organizzando la nuova attività della casa da autentica imprenditrice, per richiamare numerosi gli ammalati che cercano una speranza. Tra i protagonisti anche Betti, la figlia di Titina, che ha solo dodici anni e già fa la prostituta, e una giornalista che intervista le ex meretrici. Gli ingredienti del racconto sono tanti: segreti, passioni, vendette, sangue, sacro e profano…
E Napoli è protagonista, con la sua intensa spiritualità e nello stesso tempo con la corporeità che la contraddistingue. La regia dello spettacolo è di Carlo Cerciello, le scene sono di Roberto Crea, e gli attori in palcoscenico sono Fulvia Carotenuto, Cristina Donadio, Ivana Maione, Sefora Russo, Lello Serao, Imma Villa, e lo stesso Enzo Moscato.
L’opera è considerata esempio di teatro rituale, e così la descrive il regista: “Lo scopo è quello di significare, oggi più che mai, cosa si intenda per teatro rituale, per eresia teatrale, un teatro diverso e della diversità, un teatro capillare, delle vene e del sangue, un teatro della morte, unica vera indagine dell’uomo dentro e fuori se stesso, unico vero senso del teatro dalle sue origini ad oggi”.