Quando sopraggiunge il rammarico di non aver conosciuto prima una persona, quello è il momento che il tuo cuore sta battendo più forte per colpa – e per fortuna – di un sentimento che diventa sempre più raro: l’amicizia pura!
Faccio una premessa: nello stile giornalistico scrivere in prima persona non è usuale, ma in questo caso significa utilizzare una tecnica narrativa in cui v’è il desiderio di far sentire – più che far leggere – il pensiero e l’animo della persona di cui si vuol raccontare. Ed io vi voglio raccontare di una persona speciale, un Comandante di imbarcazioni a vela di grande valore e, come anticipato nel titolo, un gentiluomo d’altri tempi, che purtroppo ci ha lasciato prematuramente. Conobbi Giovanni Maresca per lavoro; fui chiamato dal maestro d’ascia Nino Aprea attraverso il Cantiere che stava restaurando il 12 metri stazza internazionale “La Spina” del 1929, costruzione del cantiere Baglietto. Una storia particolare per questa barca che è il primo 12 metri Stazza Internazionale costruito in Italia; se non vi fosse stata la “Grande recessione” del ’29 avrebbe partecipato alla Coppa America, invece divenne lo yacht del genovese Marchese Spinola… Un lavoro importante, impegnativo e affascinante, come sempre accade quando si tratta di barche particolari… Giovanni Maresca ne era il Comandante e responsabile del restauro e dell’armamento. Prima d’allora ne avevo solo sentito parlare, e in quell’occasione lo incontrai per la prima volta…

Il primo impatto non fu positivo… mi risultò antipatico! Quando arrivai a bordo mi accolse cordialmente, era affabile, dall’eloquio colto e forbito, che io improvvido scambiai per saccenza, mentre poco dopo mi resi conto di avere a che fare con un Uomo di mare che il mare lo aveva dentro. Ma Giovanni non era un semplice comandante, senza nulla togliere agli appartenenti della Categoria… Di carattere deciso e fatto per il comando, quindi dal piglio autoritario senza mai urtare la suscettibilità dei sottoposti, era un punto di riferimento e scuola di arte navale e marinaresca per coloro che lavoravano con lui. Un suo rimbrotto aveva un excursus formativo… e chi lo riceveva ne usciva arricchito sia professionalmente, sia umanamente. Nato a Napoli il 24/02/1951 ma strombolano di adozione, in ragione della stagionalità del proprio lavoro, qui si ritira in inverno, ma non resta mai inoperoso: durante l’inverno, mettendo a frutto le conoscenze di costruzione navale in legno, lavora come carpentiere su imbarcazioni da pesca e da diporto, mentre dall’82 al ’91, durante le stagioni estive, lavora come pescatore conseguendo peraltro i titoli di Conduttore pesca e Motorista Abilitato. Durante lo stesso periodo dirige il salvataggio e recupero del 10 mt S.I. “KIPAWA” e One Tonner “GERONIMO”. La sua esperienza e valenza professionale fa la giusta eco nel mondo delle vele d’epoca e un affermato cantiere gli affida importanti lavori come impiantista, elettronico, costruttore ed installatore di alberi ed attrezzatura di coperta e rigger. Tutto ciò senza tralasciare la partecipazione alle più prestigiose regate internazionali e trasferimenti su prestigiose imbarcazioni IOR.

Ma la sua grande passione sono le Signore del Mare, le barche d’epoca a vela. Partecipa come responsabile dei lavori di restauro delle più prestigiose imbarcazioni a vela naviganti al mondo, oltre a prenderne il comando, naturalmente; i nomi delle barche possono dir poco a chi non le conosce, ma le foto a corredo di questo articolo possono rendere bene l’idea… per questioni di spazio siamo stati avari, ma il lettore che ha il mare nel sangue potrà fare una rapida ricerca telematica e continuare a godere di queste meraviglie… ecco alcuni nomi:
JAVELIN; CINTRA; LA SPINA; FETCH 3, LULWORTH; BLACK SWAN 1899; SURAMA; MARIETTE; LAYTANA…
Discorso a parte su GARAVENTA, un ex dragamine della Marina Militare svedese, trasformato dal Comandante Maresca in nave per ricerca oceanografica, o anche SEA SKY e LADY J, due yacht d’epoca a motore. EMERAUDE, invece è un maxi yacht da regata dove progettò e guidò la trasformazione in barca da crociera.
Quando era al timone dei legni d’epoca a vela Giovanni amava dire di ognuna di essi che era “elegante come una bella signora ma con lo spirito selvaggio di una puledra”, e ne era innamorato, così come lo era del proprio lavoro.
A tal proposito invito il lettore a leggere il virgolettato che segue dando fondo a tutta la propria fantasia, cercando d’immaginare il fruscio del vento tra le manovre e lo sciabordio del mare attorno lo scafo di un veliero… queste poche righe, scritte con passione e amore, sono state stilate da un suo degno discepolo, e surclassano per intensità l’intero articolo…
«…il fiocco si gonfia, le scotte si stirano, la barca comincia a vibrare, il vecchio al timone diventa un tutt’uno con la barca, teso come un nervo, le mani salde sul timone, il viso proteso verso prua, pochi ordini, chiari, precisi all’equipaggio, il tono di voce si alza un po’ “DAI! FORZA NON MOLLIAMO!”, la barca sembra incredibilmente diventata leggera… sembra quasi che il dio Nettuno in persona la stia sospingendo…»
Parte della sua vita l’ha dedicata alle barche d’epoca a vela, tra le essenze e i profumi del legno, impegnandosi in prima persona in restauri ambiziosi e difficili, ottenendo sempre il massimo e riuscendo a coinvolgere il gruppo di lavoro in un rutilante entusiasmo fatto di saper fare, ingegno, spirito di amicizia e saggia oculatezza.
Come già detto, Giovanni Maresca era un uomo molto colto, preciso ed educato, con una eccezionale manualità e conoscenza del legno che ben lo completava professionalmente. Dotato di una preparazione umanistica e scientifica a 360° gradi, grazie agli studi classici e di Fisica alla Federico II, integrati per spirito di perfezionamento personale con un titolo di Perito Navale, era davvero un Comandante speciale e, credetemi, un uomo speciale. Ho avuto la fortuna di lavorare assieme a lui durante il restauro de “La Spina” e l’armo di “Zenith”, due bellissime barche, e la mia fortuna – ma anche di molti altri – consiste nell’aver avuto importanti insegnamenti professionali ma soprattutto un grande arricchimento umano. Rimpiango di non averlo conosciuto prima… Buon vento Giovanni…