Il cuzzetiello napoletano, cos’é e dove si mangia

Cuzzetiello
Cuzzetiello
Foto di 'O Cuzzetiello e di Tandem Ragù

Il cuzzetiello altro non è che un “panino”, ma “costruito” con una delle due estremità del cosiddetto pane cafone.

Napoli è sempre più la “capitale” del cibo. Di “una certa esperienza” di cibo. In ogni quartiere della nostra città si possono provare le più svariate prelibatezze di una cucina semplice e gustosa. Basta soltanto prestare attenzione alle voci e ai profumi, a quel gruppo di tavolini assembrati in una piazzetta, a quella lavagna di ardesia scarabocchiata con un menu, lì, proprio mponta ‘o vico, oppure si può scegliere di lasciarsi “sedurre” da ‘na guagliona o ‘nu guaglione i quali, fendendo la folla, ci vengono a pusteggià per descriverci le delizie del giorno del loro locale. In questi ultimi anni, accanto alle spaghettate, alla pizza, al “cuoppo” di pesce o di carne e a tanto altro, a Napoli sta “prendendo piede” la passione per il “cuzzetiello”.

Il cuzzetiello altro non è che un “panino”, ma “costruito” con una delle due estremità del cosiddetto pane cafone. Quella che si usa e che si riempie è, dunque, la parte più croccante, la più “tosta”, tutta corteccia ma morbida e calda, essendo spezzata dal pane appena sfornato. In genere il “cuzzetiello” è riempito con sugo di ragù e polpette, ma in realtà ce n’è per tutti i gusti e i palati: dal cuzzetiello con parmigiana di melenzane, a quello con i funghi oppure con mortadella e provola.

“Mangiare” con le parole

Il cuzzetiello è l’ennesimo esempio di come a Napoli si mangi e si gusti il cibo già solo nominandolo. La fame dei napoletani ha bisogno di essere stuzzicata e, quasi, “placata”, innanzitutto dalla “pronuncia” di un nome, e “poi” dal morso, dalla masticazione, dal gusto. Nel linguaggio del cibo e della “fame” dominano le “p”, le “z”, nonché la tenerezza dei vezzeggiativi in -ello o -ella, proprio come nella canzone d’amore napoletana.

I partenopei si “riempiono la bocca” con nomi “di battesimo” gastronomico come panzarotto, zeppola, pall’ ‘e riso (da altri chiamati col più “dolce” termine “arancino”), pagnuttiello, cuoppo, e… mettiamoci dunque anche il cuzzetiello. Nel caso del pagnuttiello e del cuzzetiello… ecco la citata “tenerezza” che si usa cu ‘e nnammurate. Sì… come Rundinella, Reginella, lazzarella… A Napoli è “poesia” (poesia di una fame antica) anche il caos delle voci in una fila davanti a una rosticceria.

Dove trovare il cuzzetiello?

Non possiamo qui indicare tutti i posti in cui poter gustare un cuozzo di pane ripieno saporito… Possiamo consigliare, però, alcuni locali. C’è, ad esempio, il locale Tandem da asporto, in via Mezzocannone 75.

Ma segnaliamo anche un locale nel quartiere del Vasto, a via Rimini 51: quest’ultimo si chiama semplicemente ‘O cuzzetiello.

 

 

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