Il documentario “La conversione” regia Giovanni Meola al RIFF di Roma

Tra le proiezioni online in programma fino all’8 dicembre, sulla sala streaming MYmovies.it, per la “National Documentary Competition”, c’è “La Conversione”. Curato nella regia da Giovanni Meola, il docufilm racconta le storie dell’ex bancario Vincenzo Imperatore e dell’ex ladro-contrabbandiere Peppe De Vincentis. 

L’ex manager bancario Vincenzo Imperatore [ora consulente contro gli abusi delle banche]e l’ex galeotto Peppe De Vincentis [ora attore e drammaturgo]in un vortice di soldi e scrittura catartica. La perdizione, prima, e la redenzione, più tardi, in due libri, due spettacoli teatrali e in un film documentario. Eccola riassunta LA CONVERSIONE, opera scritta e diretta da Giovanni Meola, che verrà proiettata in anteprima alla XIX edizione del RIFF nella sezione National Documentary Competition [27 novembre | 3 dicembre]. Peppe era scassinatore-maestro di rapine e contrabbandiere: 30 anni di galera vissuta. Vincenzo era dirigente degli istituti di credito: poi, prima gola profonda del sistema finanziario italiano.

Dopo lunghi decenni di reati e accumuli di danaro illecito, Peppe e Vincenzo si incontrano grazie alla macchina da presa di Giovanni Meola. Nel 2013, il primo ha scritto l’autobiografia Il campo del male (Tullio Pironti Editore), nella quale ha raccolto i ricordi dell’adolescenza, il battesimo criminale, la detenzione in una dozzina di carceri [Poggioreale, Sulmona, Brescia, Rebibbia, Secondigliano, Civitavecchia, Avellino, Potenza, Reggio Emilia, Foggia … inclusi due ex-OPG], in sospensione tra confessione drammatica, sete di cocaina e ironia.  Il secondo, ormai un fuoriuscito, nel 2014 ha pubblicato il memoriale-rivelazione Io so e ho le prove (Chiarelettere), caso editoriale con decine di migliaia di copie vendute, illuminando le tenebre di 22 anni spesi al servizio della banca più importante del Paese. Nel documentario LA CONVERSIONE i due – reciprocamente – trovano il binario per la loro personale rinascita. Tra universo sub-proletario e apparati borghesi, penitenze e ricordi, ‘E cancelle di Renato Carosone e Beautiful Day degli U2.

Un racconto-documentario che si dipana su più livelli è questo firmato da Meola, regista/drammaturgo/attore napoletano, galleggiando fra impianto biopic, inchiesta e formula teatrale.

Peppe, originario dei Quartieri Spagnoli, poi sfrattato nella baraccopoli del quartiere Fuorigrotta, tra 1969/1970/1972 aveva già scontato parecchi anni in cella in quello che fu il Carcere minorile Filangieri, oggi trasformato in edificio occupato culturale-sociale e ribattezzato Scugnizzo Liberato. Così nel film si abbandona con purezza e crudele sincerità. Vincenzo, ex capo area delle strutture bancarie, perduto nelle correnti fra etica, bonus, sistema Q48 e bugie, rievoca procedure e indottrinamenti matematico-malavitosi, fino ad ammettere un patologico desiderio di competizione. Accomuna i due uomini – che da estranei diventano finalmente soci nel riscatto – il desiderio di indovinare un ascensore sociale. Qualunque esso sia. Spietato, credibile, pericoloso, imprevedibile.

Le musiche originali (fisarmonica e voce) di Daniela Esposito lasciano esplodere la volontà di confronto dei due protagonisti. Senza finzioni e senza rancori. “Sottrarre e ingannare – sostiene il regista Giovanni Meola – sono state, a lungo, le attività principali delle vite di Peppe e Vincenzo. Entrambi, a un certo punto, hanno detto basta. Ed entrambi hanno cominciato, fatalmente, a scrivere e a svelare quello che erano stati, quello che avevano fatto e i segreti dei mondi dai quali provengono. Una cena tra loro due, curiosi di conoscersi tra domande e risposte senza remore, è di fatto la spina dorsale del mio racconto. Ciò ha rafforzato la mia intuizione iniziale, cioè che sarebbe stato assai interessante provare a raccontare le loro storie in parallelo. Due facce di una Napoli matrigna e da sempre piena di insidie”.

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