“Il Postino” – La recensione

Esiste un solo tipo di amicizia, ed è quella che lega due cuori onesti, indipendentemente dalla professione di poeta o di postino. La genuina amicizia fra Neruda e un uomo semplice, legati dalla bellezza e l’amore per la poesia.

“La poesia non è di chi la fa, ma di chi gli serve”.

Il Postino è un film diretto da Michael Radford nel 1948. Abbiamo una trama lineare, una storia semplice vissuta da due grandi cuori: il maestro Pablo Neruda, poeta, diplomatico, cileno, considerato uno dei più grandi scrittori della letteratura latinoamericana del Novecento e un semplice postino di zona, interpretato magnificamente dall’attore napoletano Massimo Troisi. Questo film, è stato per Troisi l’ultimo della su vita. Egli è deceduto poco dopo le ultime riprese a causa di una malattia, la febbre reumatica, di cui l’attore ha sofferto fin dall’infanzia. Il ‘Postino’ è un film che è stato girato a Pollara, una borgata marinara dell’isola di Salina, nel comune di Malfa. Gli abitanti di questo luogo sono persone semplici come Mario Ruoppolo, Beatrice Russo, Linda Moretti, Renato Scarpa, la cui vita verrà sconvolta dall’arrivo inaspettato del poeta esiliato Pablo Neruda, il quale stringerà un autentico rapporto di amicizia con Mario Ruoppolo, incaricato sotto la veste di postino, di spedire la posta a Neruda. I due converseranno di poesia, di amore e più in generale della bellezza della vita. Nonostante il basso livello culturale di uno e l’alto livello culturale dell’altro, gli argomenti verteranno su discorsi nobili, accessibili anche a un uomo semplice come Mario che mostrerà uno spiccato interesse e una particolare sensibilità nel comprendere le poesie dell’amico. Il postino sarà il portavoce e il rappresentate di quella piccola comunità che vive la vita nell’unico modo che conosce da sempre: al sicuro nell’isola, amando e restando fedele alla propria moglie e dedicando la propria esistenza a delle attività. Pablo invece è un poeta, un uomo politico in azione, amante di tante donne. La semplicità e la purezza di Mario colpiranno Neruda, allo stesso modo in cui Mario sarà colpito da una personalità romantica e passionale come quella di Pablo. Fulcro centrale del film è la risposta che il maestro Neruda dà a Mario riguardante una sua poesia. Neruda afferma: ‘Io non so dire quello che hai letto con parole diverse da quelle che ho usato. Quando la spieghi la poesia diventa banale. Meglio delle spiegazioni, è l’esperienza diretta delle emozioni che può spiegare una poesia a un animo disposto a comprenderla’. Effettivamente, Mario con il suo cuore innocente e con la sua semplicità nel vivere riesce a cogliere il significato delle poesie che a una prima lettura risultano ardue e piene di significati nascosti. Quasi come se non fosse Mario a essere onorato di aver conosciuto Neruda, ma quest’ultimo a esserlo, per aver fatto la conoscenza di un’anima gentile, sebbene di stato sociale nettamente inferiore al suo.  Nel momento più bello della vita di Mario, ovvero il matrimonio con la donna che a lungo aveva corteggiato, Neruda è richiamato nel suo paese. Ma Mario, per tutti questi anni continua ad avere fisso nella mente i ricordi trascorsi con il suo amico poeta e le discussioni sulla poesia. Egli continua a nutrire quest’amicizia nel suo grande cuore, seguendo attraverso i media gli spostamenti, i premi ricevuti e i successi ottenuti da Pablo Neruda che solo dopo molti anni deciderà di fare ritorno sull’isola, ma scoprirà che Mario è morto dopo la nascita del suo primo figlio.  Il viaggio di Neruda non si rileverà vano, perché Mario, il suo caro amico, aveva conservato per lui una registrazione di tutti i più profondi e dolci suoni dell’isola, in memoria di un tempo lontano e speciale.

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on email
Share on telegram

La nostra rivista
La nostra
rivista
L’Espresso Napoletano diffonde quella Napoli ricca di storia, cultura, misteri, gioia e tradizione che rendono la città speciale e unico al mondo!

SCELTI PER TE