Il professor Ugo Leone: “Il mondo lo si salva partendo dal basso”

polmone verde della terra
polmone verde della terra

La nostra madre Terra è in condizioni molto critiche, ma ancora in tempo per salvarsi a patto che ciascuno faccia la propria parte e la faccia subito.

Il Pianeta Terra arranca. I ghiacciai si sciolgono, le foreste diminuiscono a velocità supersonica, l’acqua scarseggia. L’Apocalisse insomma sembra vicina. Il professore Ugo Leone, già ordinario di Politica dell’ambiente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” e presidente dal 2008 del Parco Nazionale del Vesuvio, ci restituisce invece un po’ di speranza. La nostra madre Terra è in condizioni molto critiche, ma ancora in tempo per salvarsi a patto che ciascuno faccia la propria parte e la faccia subito. Lui, il professore, che dopo quarant’anni d’insegnamento si accalora come fosse un giovane studente, non crede per niente nelle conferenze in pompa magna sulle questioni ambientali. Il mondo lo si salva partendo dal basso, soprattutto. Né crede possa servire arroccarsi su posizioni estreme come arrestare la crescita (odia il termine decrescita felice, ndr) o eliminare l’industria, colpevole dell’inquinamento.

Professor Leone, il Pianeta Terra sta veramente per scomparire?
Io sono un ottimista, e dico che non tutto è perduto. Se nei prossimi 20 anni si interverrà seriemente per modificare le tendenze attuali, c’è ancora speranza. Ma bisogna fare presto. Anzitutto è necessario subito porre un freno alle emissioni di gas che provocano i mutamenti climatici.

professor leone

Ma questo non fu già detto a Kyoto?
Sì. Fu detto anche nel 1997, cinque anni dopo la conferenza di Rio De Janeiro del 1992, la quale a sua volta seguiva di vent’anni quella di Stoccolma. Nessuno se n’è preoccupato. Già nel 1972, con la pubblicazione di un rapporto intitolato “I limiti dello sviluppo”, si diceva che le risorse andavano consumandosi. Con i giacimenti di petrolio ad oggi noti possiamo sopravvivere per non più di 30 anni, e anche se si quintuplicasse la disponibilità di greggio non è detto che quei 30 si allunghino.

E cosa si può fare per scongiurare l’esaurimento dell’oro nero?
Un discorso sensato, a mio parere, sarebbe quello di utilizzare il petrolio esclusivamente per ciò che non può prodursi o funzionare senza. Per tutto il resto ci sono e ci potranno essere fonti di energia alternative. Ma, lo ribadisco, il fattore tempo è determinante. Si deve fare presto.

Secondo lei gli Stati cosa devono fare per salvaguardare il Pianeta Terra?
Prevenzione. Bisogna attuare politiche di prevenzione, ci vogliono finanziamenti, ricerca tecnologica. Se ciò non venisse fatto il Pianeta potrebbe andarsi perdendo.

raccolta differenziata

Invece il singolo cosa deve fare?
La raccolta differenziata. È fondamentale. Si produrrà sempre più immondizia, e questa deve essere differenziata quanto più possibile. Ciò che non può esserlo va bruciato, perché gli inceneritori fatti per bene non inquinano l’atmosfera, la inquinano molto di più i roghi tossici. Se già ci rendessimo conto di tutto questo agendo di conseguenza, saremmo a metà dell’opera. Io vado oltre e dico che ognuno dovrebbe avere un orto in casa. Si risolverebbe il problema dei km zero e della sicurezza alimentare.

Lei che ha insegnato per 40 anni, crede ci sia coscienza dei problemi ambientali tra i giovani.
Io sono un comunicatore, cerco di informare i miei studenti sulle ricerche elaborate in materia ambientale. Molti di loro hanno fatto un buon uso di questo sapere, e si trovano in posti di lavoro proprio in virtù delle conoscenze che hanno. In questo modo si crea anche un effetto moltiplicatore.
Inoltre aggiungo, sempre da comunicatore, che l’Apocalisse viene anche costruita dai mass media. Se io descrivo un futuro desolante e senza via d’uscita, la gente rinuncerà a priori a impegnarsi pensando che sia inutile.

Lei si è interessato criticamente di decrescita felice, la corrente di pensiero improntata alla riduzione controllata e volontaria della produzione economica e dei consumi. Ci spiega qual è il suo pensiero in merito?
Io condivido la filosofia di questa corrente di pensiero, ma sono fermamente contrario al termine “decrescita”. È un termine infelice perché, in questo tempo, sarebbe impossibile da comprendere.  Intanto bisogna distinguere lo sviluppo, che significa stare meglio, dalla crescita che significa invece avere più soldi. Quest’ultima è misurata con il prodotto interno lordo, la prima con un’altra serie di indicatori. Il PIL è un inganno perché la ricchezza non significa che tutti stanno bene, la crescita per esempio si può registrare anche dopo una guerra perché una nazione viene ricostruita.  Qualunque azione indicata dai sostenitori della “decrescita felice” produce crescita. E’ un termine sbagliato per indicare una cosa giusta.

banner grande vesuvio

Lei è anche presidente del Parco Nazionale del Vesuvio. Ci svela le sue bellezze?
L’attrazione del Parco è il Vesuvio stesso, ossia la montagna. Non altro. Qui ci sarebbe da domandarsi: “I Comuni che lo cingono in che modo lo promuovono”?Il Parco gode di 50 km di sentieri in gran parte non percorribili perché, qualche anno, terminati i finanziamenti per la manutenzione, i sentieri sono diventati rischiosi per la sicurezza dei visitatori. Ma la buona notizia è che stiamo lavorando alacremente affinché possano essere riaperti.

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