Corpi di donna ma soprattutto anime. “Nel nome della madre” è la personale dell’artista poliedrica Adele Ceraudo, in mostra al Pan (Palazzo delle Arti di Napoli) dal 24 febbraio al 19 marzo.
Tema centrale dell’esposizione è la femminilità, indagata sotto ogni suo aspetto. L’obiettivo è quello di rappresentare l’universo femminile a tutto tondo – dagli aspetti positivi della gioia e della seduzione a quelli tragici legati alla violenza e al dolore – ed esternare il concetto di femminilità, inteso come componente femminile, presente in ogni essere umano.
Le 50 opere in mostra ripercorrono i momenti salienti dei 10 anni di attività dell’artista, tracciandone un’evoluzione artistica e interiore. Nelle prime opere (serie “Just wearing Ink) Adele Ceraudo celebra il corpo femminile, ritraendo una modella; in seguito si concentrerà sul suo corpo, che diventa presenza costante delle sue opere ed elemento imprescindibile della sua espressività. Il processo creativo prende forma attraverso una performance, in cui l’artista è attrice, che viene immortalata da scatti fotografici; selezionate le immagini, Adele Ceraudo crea il disegno che viene scansionato ad alta risoluzione e trasferito su supporto differenti (tela, carta, PVC, plexiglass) per divenire quadro, su cui nuovamente interviene pittoricamente e matericamente.
Nella collezione “Le affinità elettive”, l’artista offre la sua personalissima rivisitazione di icone del passato e della storia dell’arte, in chiave contemporanea: lo si osserva ad esempio nell’Uomo Vitruviano di Leonardo, nella Crocifissione o nel San Sebastiano, i cui soggetti hanno sembianze femminili, e nello specifico il corpo e il volto dell’artista stessa.
In mostra è inoltre presente una selezione di sette disegni e sette scatti appartenenti all’ultimo ciclo di lavori, “New York 2016”, realizzato in collaborazione con il fotografo Giorgio Possenti, volto ad esaltare la dimensione psicologica, emotiva e metafisica.
Esposta anche la serie dei ritratti, tutti realizzati con penna Bic, i cui soggetti sono donne e uomini incontrati dall’artista nel corso della sua vita, dal premio Nobel Rita Levi Montalcini alla regista Lina Wertmuller.
Nel corso di tutta la durata della mostra, Adele Ceraudo si esibirà in una performance scenico-teatrale, intitolata “Da Madonna a donna”. Un nucleo di sei video che raccontano l’artista, la sua storia e il suo fare arte dal 2009 ad oggi completa il ricco percorso espositivo.
Accompagna la mostra un catalogo bilingue italiano-inglese, con testi della curatrice Daniela Wollmann, di Gianpasquale Greco, storico dell’arte e Luigi Polillo, tradotti da Maria Rosaria Romas e Claudia Cuomo.