In Villa Comunale il Festival delle Guarattelle

Una delle tradizioni napoletane più antiche e forse meno conosciute è quella delle “Guarattelle”, cioè il teatro di strada, il teatro di figura, realizzato con la tecnica dei burattini a guanto. In questi giorni, fino a domenica 25 settembre, questa tradizione tipicamente partenopea rivive nel “Festival delle Guarattelle” in Villa Comunale, luogo da sempre deputato a questo tipo di rappresentazioni.

L’arte delle “Guarattelle” si tramanda oralmente da più di 500 anni, ispirandosi alle maschere tradizionali campane – su tutte Pulcinella – e di altre regioni italiane e ad altri personaggi tipici del teatro popolare. “Nostro obiettivo è riscoprire quest’arte,” – dichiara l’assessore comunale alla Cultura e al Turismo Nino Daniele nel raccontare questa iniziativa – “farla conoscere alle nuove generazioni e creare contesti nei quali essa possa essere riproposta e fruita dai napoletani ma anche dai tanti turisti desiderosi e sempre più presi dalla curiosità di scoprire la nostra città e conoscerne la cultura. Consideriamo dunque questo festival un primo appuntamento che apra la strada a un ritorno stabile delle guarattelle nei nostri luoghi di socialità ed allo studio ed alla trasmissione dell’antica arte dei maestri guarattellari”.

Non tutti lo sanno, ma presso l’Istituto San Francesco d’Assisi a Marechiaro si trova il Centro Laboratorio Burattini Musica Ombre del Comune di Napoli, che da anni promuove la conoscenza di queste antiche tradizioni, parte dell’identità culturale della città; ogni anno, oltre 1500 ragazzi partecipano alle attività del Centro, che organizza giornate di formazione gratuite incentrate principalmente sulle tecniche del teatro di figura e delle guarattelle.

In questa struttura, un vero e proprio Centro Polifunzionale, si svolgono anche laboratori artistici rivolti a ragazzi, insegnanti e operatori sociali, dove si impara a costruire i burattini e ad utilizzarli per le rappresentazioni; nella Casina Pompeiana in Villa Comunale in occasione del Festival è stata allestita una mostra fotografica, curata da Roberto Vernetti, che testimonia tutte le attività che vi si organizzano.

Nello stesso edificio è possibile ammirare anche un’altra mostra, “Guarattelle nelle periferie del mondo”, che racconta attraverso i burattini e gli oggetti di spettacolo i viaggi del maestro guarattellaro Bruno Leone, che ha portato le sue creazioni in luoghi lontani, in Brasile, in Palestina, in Chapas, in Ecuador, ma anche nelle periferie della nostra città, come Scampia, e in quelle che potremmo definire “periferie dell’anima”, luoghi di esclusione e di sofferenza, come il reparto dei piccoli malati oncologici del Vecchio Policlinico o il Carcere minorile Filangieri di Napoli.

In mostra burattini che hanno storie particolarissime,  come quello costruito nel deserto del Sahara con le ossa dei cammelli, quelli fatti con i rami della Selva Lacandona in Chapas, o la burattina palestinese il cui velo è stato realizzato con la benda che fasciava il braccio di una pacifista palestinese colpita dall’esercito israeliano.

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