Basilica di San Francesco di Paola, storia di un simbolo di Napoli

Basilica di San Francesco di Paola
Basilica di San Francesco di Paola

Napoli ha mille e più volti. Centinaia di chiese, infiniti scorci, vedute uniche al mondo. Nonostante l’enorme disponibilità di immagini emblematiche che racchiudano l’essenza della città, l’ottocentesca basilica di San Francesco di Paola è riuscita a farsi monumento simbolo di Napoli.

La basilica di San Francesco di Paola è un’opera di importanza capitale per l’architettura ottocentesca e costituisce, insieme al colonnato della piazza, il principale complesso neoclassico di Napoli. La Basilica completa la veduta monumentale di Piazza del plebiscito, in quanto con il suo colonnato e le sue tre cupole, va a chiudere la quinta opposta a quella del Palazzo Reale.

Dal Largo di Palazzo alla costruzione della basilica

L’attuale piazza del Plebiscito iniziò la sua storia con la costruzione seicentesca del Palazzo Reale. L’architetto Domenico Fontana decise infatti di rendere l’ingresso del palazzo una quinta per il nascente Largo di Palazzo. Lo slargo, come afferma Carlo Argan, aveva il compito di far dialogare «lo spazio chiuso della vecchia città e lo spazio aperto della marina”. L’arrivo di Gioacchino Murat a Napoli segnò l’inizio di un progetto di riassetto urbanistico della città che partì proprio dal Largo di Palazzo. Il generale ordinò la costruzione di una piazza vera e propria che avrebbe dovuto prendere il nome di Gran Foro Gioacchino.

Il progetto vincente fu quello di Leopoldo Laperuta. L’architetto propose l’edificazione di un porticato con al centro un’aula circolare da utilizzare come sede di assemblee popolari. Questo progetto non fu tuttavia completato a causa della cacciata di Gioacchino Murat e della restaurazione della corona borbonica. Fu in questo momento che Ferdinando I decise la costruzione di una chiesa al centro del porticato in costruzione. La chiesa doveva essere un omaggio a san Francesco da Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi che avrebbe intercesso per lui affinché ritornasse sul trono.

Il progetto architettonico

Il concorso per la costruzione della basilica fu vinto dall’architetto ticinese Pietro Bianchi. Egli realizzò una chiesa fortemente ispirata al Pantheon variando solo le proporzioni e inserendo due cupole minori ai lati di quella principale. Il notevole effetto complessivo riuscì a graduare lo stacco netto tra la monumentalità della piazza e i confusi caseggiati che arrampicati sulla retrostante collina di Pizzofalcone.

La costruzione iniziò il 17 giugno 1816. La facciata fu terminata nel 1824, le decorazioni interne nel 1836, nel 1839 furono poste le statue equestri di Carlo III e Ferdinando I. Una realizzata dal Canova, e l’altra da uno scultore meno celebre, il napoletano Calì. La chiesa fu conclusa nel 1846. Da allora, il vecchio Largo del Palazzo è diventata una tra le più stupefacenti piazze del mondo. 

 

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