La canzone di Domenico Modugno travalica i confini grazie al supporto di Marco Francini

Il sale che bagna la pelle e un mare scuro che trascina ricordi è ancora Sud, destini incrociati e persi in un vorace desiderio d’amore è ancora vita. Temi appassionati su strofe musicali allora inconsuete, mescolate a un lessico spesso dialettale e coniugate a espressioni che la censura modificò, fecero del cantautore Modugno un incontrovertibile campione di successi. Erano gli anni della ricostruzione economica e sociale in Italia e quell’ariosità del suo cantare mescolata alla dimensione poetica capace di descrivere un nuovo mondo reale, autentico e intimista, decretarono l’inizio della canzone d’autore. Sul finire degli anni ’50 e in quel cielo “trapunto” di stelle ebbe inizio il grande volo di una melodia eterna che dal Salento toccò il mondo intero. Fu così che Domenico Modugno rivoluzionò la canzone italiana.

Modugno

La forza dirompente della sua capacità interpretativa ed esecutiva consentirono a quelle canzoni d’imporsi nel mondo della discografia italiana, nonostante molti di quei refrain al loro debutto avessero lasciato indifferenti pubblico e critica: basti pensare alla struggente “Uomo in frac” e “Lu Pisci spada” che non piacquero. Nel corso del tempo intanto Mimì, così familiarmente si lasciava chiamare, è divenuto secondo recenti stime della Siae l’artista più eseguito di tutti i tempi, con oltre 60.000 copie nel mondo. La sua profonda sensibilità artistica disseminò la sua carriera di molteplici esperienze, da quelle teatrali a quelle cinematografiche, senza esclusione alcuna per la TV, alternandosi a prestigiose collaborazioni culturali con Salvatore Quasimodo e Pier Paolo Pasolini, solo per citarne alcune. In tanti si sono confrontati con la sua musica, riportando alla luce anche brani meno noti corredati di nuovi arrangiamenti e capaci di allargare, per quanto possibile, il suo target ma senza mai distorcere l’immediatezza popolare delle sue canzoni.

pasolini

Marco Francini, noto cantautore partenopeo, insignito di numerosi riconoscimenti su scala nazionale, è invece il protagonista di uno spettacolo interamente dedicato a Domenico Modugno. Il suo viaggio parte nel 2007 con “Tu si’ na cosa grande” per Estate a Napoli nel Cortile del Maschio Angioino, spettacolo realizzato in collaborazione con il Comune di Polignano a Mare e prestigiosi ospiti tra cui Rosy Pazzaglia, vedova del grande Roberto. “Da quella sera che ricordo con grande emozione – racconta Francini – in un cortile gremito di gente, ad oggi, sono cambiate molte cose insieme al nostro progetto che, dopo aver toccato diverse piazze italiane, tra cui il Salento con l’Orchestra Sinfonica Stabile dell’Ente Regione Puglia, sta valutando la possibilità di uscire dai confini italiani e toccare l’Europa.

modugno

Ho amato Modugno da sempre, seppur attraverso modalità e tempi diversi compatibili alla mia crescita e alle sue tendenze, ma è stato geniale nella sua versatilità artistica e nella capacità di imporsi nel mondo intero con spontaneità e rigore; è stato un innovatore per aver anche solo sostituito quel sentimentalismo mielato a tematiche autentiche, profonde e talvolta dolorose. Brani come “Amara terra mia”, “Malarazza” o “Strada ’nfosa” ne sono la prova. Questo nostro spettacolo che oggi porta il nome di un altro dei suoi brani, “Meraviglioso”, nacque da una mia idea, che poi ho condiviso con Michelangelo Jossa e gli altri del gruppo come Roberto Giangrande al basso, Edoardo Puccini alla chitarra, e Mauro Spenillo ed Enzo Pinelli, rispettivamente alle tastiere e alla batteria.

Marco Francini

 

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