La Costituzione, il “testamento” che tutti dovrebbero conoscere

22 dicembre 1947, ore 19:00. I rintocchi della campana di Montecitorio annunciano che l’attesa è finita: dopo un anno e mezzo di lavori incessanti, l’Assemblea Costituente ha approvato il testo finale della Carta Costituzionale. Il primo gennaio 1948 entra definitivamente in vigore la Costituzione Italiana.
Sono passati ben settant’anni da quel momento, e mai come oggi si avverte la necessità di sentire vivi i principi di quella Carta, in un periodo storico e un contesto socio-culturale in cui l’etica è stata lasciata nel cassetto ed è stato dimenticato il dovere, nonché la necessità, di orientare la propria vita e le proprie azioni nel rispetto degli altri e del Paese in cui si vive.

E se queste lacune affliggono quelli che adesso sono gli “adulti”, che cosa dovremo aspettarci dalle nuove generazioni che guideranno il futuro?
Il problema se lo poneva già nel 1955 Piero Calamandrei, che, in un famoso discorso tenuto alla Società Umanitaria di Milano, affermava: «Quindi, quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, questo è un testamento, un testamento di centomila morti. Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione».

E dunque, in un periodo in cui i giovani sono confusi da ideali abiurati e generale indifferenza nei confronti di tutto ciò che non riguardi esclusivamente sé stessi e la propria minuscola individualità, ammirevoli sono gli sforzi di quanti si adoperano per trasmettere quei principi di libertà, e rispetto, ed elevazione morale personale contenuti nella nostra Costituzione.
Un piccolissimo esempio ce lo dà Gianpaola Costabile, che, per festeggiare i 70 anni trascorsi da quel primo gennaio 1948, ha pensato di rivolgersi alle giovani leve con un testo disarmante nella semplicità con cui dà una spiegazione, attraverso piccoli aneddoti, di alcuni dei punti essenziali della nostra Carta Costituzionale: “70…ma non li dimostra” è il titolo del libro, edito da Rogiosi, scelto per affermare l’attualità di un testo che non passa mai di moda.

L’importanza della diffusione della Costituzione italiana nelle scuole e tra i ragazzi è ribadita anche dal giudice Nicola Graziano, che nella prefazione del libro della Costabile scrive: “L’importanza della scuola come consacrata nell’articolo 34 della Costituzione viene messa in evidenza nella parte finale del libro, dove si chiarisce che l’educazione scolastica va rivolta anche verso il recupero della memoria che vuol dire conoscenza e consapevolezza del passato e della storia, che è stato il presupposto per l’emanazione della Costituzione e che ha quindi attraversato tutti i suoi settanta anni”.

E, a seguire, le parole dell’autrice stessa: “Occorre riproporre temi di corresponsabilità e partecipazione civile nel fare il proprio dovere, lontano da quella saggezza popolare che ispira proverbi del tipo «fatta la legge, trovato l’inganno», che pure colora la deontologia forense, mentre la corruzione denunciata dalle notizie di cronaca non fa che raccontare dei continui escamotage per eludere la legge stessa, lasciando ‘i cittadini perbene’ sempre più disorientati”.

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