La “perla” romana di Ponticelli

villa Ponticelli
villa Ponticelli

Si chiama “Giornata Rotariana del patrimonio culturale” l’ultima, brillante iniziativa del Rotary International. A partire da quest’anno, l’evento verrà proposto ogni ultima domenica di Aprile, mese in cui si svolge la giornata mondiale dell’UNESCO dedicata al patrimonio culturale. Parteciperanno i Club del Distretto 2100 per estendere poi l’attività agli altri distretti italiani. La giornata sarà interamente dedicata alla riscoperta dei valori identitari – materiali ed immateriali – da far conoscere e proteggere, e consente la partecipazione di un vasto pubblico di appassionati non rotariani, avendo soprattutto una finalità di “servizio”. Sarà infatti possibile essere condotti in questo viaggio culturale da visite guidate gratuite, a cui si affiancheranno attività correlate quali manifestazioni artistiche, musicali, teatrali ed enogastronomiche, al fine di valorizzare sia i siti, sia i prodotti e gli eventi che troveranno negli ambienti storici la più giusta ambientazione per essere esaltati.

In particolare, i siti UNESCO saranno tutti coinvolti nel programma, così da creare un’importante e prestigiosa rete di base su tutto il territorio nazionale. Per la “Giornata Rotariana del patrimonio culturale” e proprio in relazione alla specifica competenza territoriale, al Rotary Club Napoli Est è stata affidata l’organizzazione delle visite guidate alla villa romana nel quartiere napoletano di Ponticelli, inaugurata per la prima volta l’8 maggio 2013, in occasione del “Maggio dei Monumenti”.
La sua scoperta, in realtà, avvenne nei primi anni ’80 del secolo scorso, quando il Comune di Napoli decise di iniziare i lavori di ricostruzione in seguito al terremoto del 1980 proprio nel quartiere Ponticelli. Il rinvenimento di un consistente gruppo di reperti archeologici indusse l’allora Soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Caserta a sospendere i lavori e a disporre che l’area fosse oggetto di un’approfondita indagine archeologica, che fu compiuta tra il 1985 e il 1987. Un’ulteriore campagna di scavo e restauro della villa fu eseguita nel 2007-2008.

villa Romana Ponticelli

Si tratta di una grande villa rustica, l’esempio di azienda agricola più vicina al centro antico di Neapolis. La sua costruzione è stata fatta risalire alla prima metà del I sec. a. C., ma le strutture del periodo repubblicano furono in gran parte distrutte e inglobate durante la successiva ricostruzione, databile in epoca augustea. L’ultimo proprietario è stato individuato nel nome di C. Olius Ampliatus, di cui è stato rinvenuto il signaculum anuli (sigillo), su cui si distingue chiaramente l’iscrizione C. OLI. AMPL(iati).

La villa consta di due zone separate. La pars rustica, posta a sud-ovest, è abbastanza ben conservata. La pars urbana, collocata a nord-est, è stata quasi completamente demolita durante i lavori di costruzione eseguiti negli anni ’80. È comunque ben distinguibile la parte centrale della casa, costituita da un perystilium (corte porticata) con pianta a “U” e con quattro colonne per lato.

particolare Villa

Allora come oggi, il sito era dominato dall’incombente mole del Monte Vesuvio, distante solo 5 km in linea d’aria. Proprio questa vicinanza al vulcano segnò il destino del sito. Infatti i dati di scavo hanno dimostrato che la catastrofe del 79 d. C. ebbe devastanti ripercussioni anche in quest’area, che fu sepolta da uno strato di materiale vulcanico di uno spessore compreso tra 1 e 2 metri. Proprio la scoperta di una vittima di questa catastrofe contribuisce a rendere la villa così affascinante: si tratta, infatti, dei resti di un uomo che al momento del pericolo scelse di rifugiarsi in uno dei sotterranei, abbandonando presso l’ingresso una grossa tegola angolare del tetto che, probabilmente, gli era servita come scudo. La posizione della vittima e gli strati di materiale piroclastico in cui era immersa suggeriscono che il flusso lavico ne inghiottì il corpo procurandone la morte improvvisa, fissandolo nella posizione rinvenuta.

rilievo archeologico

Particolarmente interessanti sono le suppellettili e altri oggetti trovati all’interno della villa, che ammontano a un totale di 95 reperti circa, di cui solo alcuni sono stati trovati integri.
Si tratta, insomma, di uno scenario urbano dove il contrasto tra le discutibili architetture post-terremoto e la testimonianza della vocazione rurale della zona fin dall’epoca imperiale evidenzia l’ennesimo chiaroscuro di una città storicamente poliedrica.

 

 

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