Mi sono ultimamente reso conto che a mio nipote ho raccontato spesso storie un po’ macabre, occulte, con streghe, draghi, patti con il diavolo e simboli esoterici. Mi sono chiesto allora se esistesse a Napoli una storia sempre avvolta nel mistero, nella leggenda ma dai colori accesi e dai contorni più o meno felici. Subito mi sono ricordato del Gambrinus – e non solo perché in questo periodo un bar è un meraviglioso rifugio contro il caldo asfissiante. Il Gambrinus, a via Chiaia, è il Caffè più conosciuto di Napoli e, essendo stato aperto nel 1860, rientra tra i primi dieci Caffè d’Italia. Ma la storia che voglio raccontare oggi va al di là del caffè, al di là dei salotti eleganti, al di là dei grandi personaggi che sono passati per questo storico locale, al di là dei film che sono stati girati qui e anche della meravigliosa pratica del caffè sospeso.
“Zio, un bel bar ci voleva proprio!”.
“Esatto, facciamo l’utile e il dilettevole!”.
“Perché? Anche qui c’è una storia da raccontare?”.
“Sì e per la tua felicità… c’è un fantasma di mezzo!”.
“Un fantasma?! Anche in un bar?!”.
“Sì, ma questo non è un fantasma come gli altri… non è una donna abbandonata dal suo amore che vaga in cerca di vendetta, non è un uomo che ha un passato orribile e travagliato costellato da morti e assassinii, ma è il fantasma di una bambina che ama i dolci, specialmente il torrone!”.
“Una bambina che ama i dolci?!”.
“Lascia che ti racconti…”.
Nel periodo che va da novembre a dicembre, nei mesi in cui Napoli si riempie anche di bancarelle che vendono il torrone, pare che questa bambina del ‘900 vaghi… o meglio, vada saltellando per i tavolini del Gambrinus in cerca di qualche dolcetto o di qualche torrone da rubare di nascosto. Gli avvistamenti sono così tanti, da parte dei camerieri e dei clienti, che il fantasma della bambina non sembra neanche tanto una leggenda. Tanti raccontano di averla vista e la descrivono come un fantasma “felice” che ha solo un grande bisogno di dolci!
“Zio, ma non si sa chi è il fantasma?”.
“No, non si sa… dicono che sia una bambina del ‘900 in base agli abiti che indossa, ma non si sa quale vita sia rimasta sulla terra…”.
Mio nipote si guarda intorno tra i tavoli, quasi come ad aspettare di veder comparire improvvisamente il fantasma… ma siamo a giugno, ed evidentemente alla bambina non piacciono gelati e bibite ghiacciate.
“Sai, si dice che i fantasmi siano quelle anime che non passano all’aldilà perché hanno lasciato qualcosa di incompiuto sulla terra, oppure perché hanno subito dei grandi torti che non hanno potuto vendicare in vita… a me piace pensare che l’anima di questa bambina abbia deciso di restare perché voleva ancora mangiare tanti dolci e magari qualcuno non glielo permetteva, che ne pensi?”.
“Sì… potrebbe essere! Però ora ordiniamo un thè freddo, altrimenti divento io un fantasma e vado a rubare tutto dagli altri tavoli!”.
Una risata ci unisce. Ordino anche due dolcetti, anche se non li mangiamo. Li metto sulla punta del tavolo e faccio in modo che non siano sotto il nostro sguardo, magari qualcuno può farci un pensierino…