La “Via delle Memorie” nella Galleria Borbonica

Un anno fa si apriva la “Via delle memorie”, l’ultimo dei 4 percorsi della Galleria Borbonica, che parte da via Monte di Dio, precisamente dallo splendido Palazzo Serra di Cassano, e si dirama nel sottosuolo di Napoli, offrendo uno spaccato unico della città sotterranea. Nel mese di agosto del 2013 Gianluca Minin ed Enzo de Luzio cominciarono a scavare in una cisterna del Seicento adiacente alla Galleria Borbonica, alla ricerca di un passaggio di cui si conosceva l’esistenza – era stato utilizzato per diverso tempo anche dall’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – che conduceva al ricovero bellico dell’edificio attualmente sede dell’Istituto italiano per gli Studi Filosofici.

Dopo diversi mesi di scavo, attraverso una gran massa di detriti emersero ambienti di diverse epoche, distribuiti su più livelli e collegati da scale; a ostruire i passaggi macerie, resti degli edifici di via Monte di Dio bombardati durante la Seconda Guerra Mondiale. Entrarono quindi in azione i componenti dell’associazione Borbonica Sotterranea, che con l’aiuto di decine di volontari rimossero tutti i materiali, portando alla luce, recuperando e rendendo fruibile una vasta porzione della Napoli sotterranea.

Da un anno è possibile percorrere tutti gli ambienti riscoperti e liberati, la “Via delle memorie”, e a partire da domani, 15 ottobre, per festeggiare questo primo anno del nuovo percorso, ogni sabato per il turno di visita delle 11 si pagheranno 2 euro invece di 10, e la stessa agevolazione si avrà ogni prima domenica del mese per il turno delle 11 e per quello delle 16. Gli ambienti superiori sono le cave da cui fu estratto il tufo per la realizzazione del primo insediamento, cinquecentesco, dell’edificio, e per quello del 1718, il nuovo palazzo della famiglia Serra di Cassano, disegnato da Ferdinando Sanfelice.

Durante il secondo conflitto mondiale, quando Napoli fu ripetutamente bombardata, e tutti gli ambienti esistenti nel sottosuolo furono adattati a ricoveri per la popolazione, la scala che collegava lo stabile con i suoi sotterranei fu ampliata, così come furono ampliati e modificati gli stessi ambienti. Percorrendo la “Via delle memorie” emergono elementi molto interessanti della storia della città, una città stratificata a causa di secoli di dominazioni, una città cava, il cui sottosuolo è stato sì utilizzato come rifugio, ma non solo.

Si trova nel percorso ad esempio anche un ambiente che era riservato alla Milizia Fascista, dotato di un telefono che consentiva ai militari di coordinare le fasi operative anche durante i bombardamenti. La scala che conduce giù è costituita da 115 gradini, che vanno a terminare sotto il pavimento dello spazio polivalente Interno A14, gestito dall’artista Vincenza Donzelli.

Esiste poi un’altra scala monumentale, che collega gli ambienti superiori alla cisterna seicentesca, che faceva parte del famoso acquedotto della Bolla, attraverso il quale la città di Napoli veniva rifornita d’acqua; durante la visita, la cisterna viene presentata piena d’acqua, acqua che in passato arrivava direttamente nel cortile minore di Palazzo Serra di Cassano, dal quale veniva prelevata attraverso un pozzo.

Il percorso della “Via delle memorie” giunge poi ad un’altra cisterna, enorme, all’interno della quale è stata creata una coltivazione di funghi cornucopia, intensamente profumati: è il nuovo che giunge a colonizzare l’antico, l’oggi che raggiunge i luoghi della storia. Un itinerario sicuramente ricco di fascino…

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