La Villa Floridiana è il Bosco del Vomero. È il “giardino” dei primi giochi all’aperto dei bambini della Collina di Napoli, la mèta dei primi filoni ed il rifugio dei primi baci delle ragazze e dei ragazzi iscritti alle scuole che si trovano nei quartieri vomeresi. Ma è “la Floridiana” per tutti i napoletani.
La Villa Floridiana deve il suo nome ad una donna, una delle tante donne “speciali” che costellano la storia di Napoli. Nel 1814, un anno prima del ritorno della dinastia sul trono di Napoli, Ferdinando IV di Borbone sposò in nozze morganatiche la nobile siracusana Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia. Il nome di questo comune siciliano dovrebbe derivare, con ogni probabilità, dal termine ciuriddu, fiorellino. E ad un giardino fiorito, bellissimo e dal panorama mozzafiato, fu legato per sempre il nome di Lucia.
La storia di Lucia
Figlia di Don Vincenzo Migliaccio e di una Borgia, Lucia dovette sottostare dalla più tenera età ai doveri del rango nobiliare. Fu data in moglie nel 1781 a Don Benedetto principe di Partanna. Quest’ultimo apparteneva all’antica famiglia dei Grifeo di Partanna, e i terreni alla base di quella che sarebbe diventata la Floridiana, a Napoli, erano proprietà della ricca famiglia di lui. Alla fine dell’Ottocento vi sarebbe sorto il celebre Parco Grifeo. Lucia fu data in sposa a Don Benedetto a soli undici anni. In ogni caso, diede al marito ben sette figli. Alla morte del nobile siciliano, Lucia, che aveva ormai 44 anni, si unì in matrimonio con re Ferdinando, che ne aveva 63 ed era vedovo di Maria Carolina d’Austria. Iniziava per lei una nuova vita.
Il dono del “giardino”
Nel 1823 Ferdinando volle fare dono all’amata Lucia di un enorme parco, in mezzo a quella che era una zona verdissima, a vocazione ancora agricola. Su questa collina spiccavano soltanto il possente blocco di pietra di Castel Sant’Elmo e il rifugio dei monaci certosini, San Martino. All’interno dell’area il re di Napoli fece sorgere una Villa che volle chiamare, con tenero affetto, con il nome del ducato di Floridia, legato alle origini sicule della compagna. All’interno della Floridiana c’era anche un teatrino all’aperto, chiamato suggestivamente “della Verzura”. Tutto doveva richiamare alla leggerezza, alla docilità delle ore libere da occupazioni, al riso e alla gaiezza. Forse Ferdinando, in qualche modo, sentiva l’approssimarsi della morte. Il sovrano e Lucia, in effetti, si spensero nel 1825, a pochi mesi di distanza. Nel Novecento, in Floridiana fu esposta dallo Stato Italiano la stupenda collezione di ceramiche di Placido di Sangro, Duca di Martina.