Una ragazzina di tredici anni di nome Giovanna, un bel quartiere abitato da brave persone e un padre e una madre apparentemente perfetti: ecco a voi la vita bugiarda degli adulti
‘La vita bugiarda degli adulti’ è il romanzo della misteriosa scrittrice Elena Ferrante, da cui è stata tratta la serie diretta da Edoardo De Angelis. Si tratta dell’ennesima storia ambientata a Napoli negli anni ’90, ma questa volta una storia vissuta dagli occhi di un’ingenua ragazzina di tredici anni che vive in un bel quartiere.
Il ‘velo di Maya’ di Giovanna
La casa in cui vive Giovanna con il padre Andrea e la madre Nella è situata nella municipalità del Vomero-Arenella che affaccia su via San Giacomo dei Capri a Rione Alto. Sembra davvero essere una bella vita quella di Giovanna: una bella casa, un bel quartiere, dei genitori apparentemente perfetti e delle amiche premurose come Angela e Ida, due sorelle.
Ma Giovanna alla tenera età di tredici anni intuisce un velo di falsità che ha ricoperto e ricopre la sua intera esistenza, quel velo che in termini filosofici Schopenhauer chiamerebbe ‘velo di Maya’, che nasconde la realtà delle cose e che dovrebbe essere strappato via per poter afferrare la verità. Giovanna è solo una ragazzina, ciononostante c’è qualcosa di inquieto nei suoi occhi, un’inquietudine mista a curiosità che la spinge a intraprendere un percorso di conoscenza con sua zia Vittoria, sorella di suo padre Andrea.
Zia Vittoria
Vittoria è il personaggio chiave di tutta la serie, perché è lei a fornire gli strumenti a Giovanna per poter sgualcire questo velo e noi spettatori lo sappiamo, ma allo stesso tempo ci appare un personaggio troppo fastidioso, una spina nel fianco, ancora meglio, Vittoria sembra essere quella polpa sgradevole della spremuta d’arancia che proprio lei offre a Giovanna quando quest’ultima la va a trovare. Una donna scomoda, arrogante, amareggiata, ironica, forse anche rancorosa, ma soprattutto libera dal finto perbenismo del mondo borghese in cui vivono il fratello e la suocera.
Insomma, le sue maniere forti, la sua andatura scialba e il suo parlare così inopportuno e volgare ci rendono questa figura poco apprezzabile da ogni punto di vista. Eppure, Giovanna si sente inspiegabilmente attratta da lei. Forse perché i genitori continuano a ripetere che lei è brutta come sua zia Vittoria. Ma parlano veramente di una bruttezza estetica o di una bruttezza che a che fare con la grossolanità e inadeguatezza di chi cerca forsennatamente una verità scomoda che tutti cercano di nascondere per vivere in tranquillità in quel quartiere di Napoli fatto di finzione? Sarà la zia Vittoria a far capire che la vita degli adulti è impregnata di bugie e che lei stessa è una bugiarda.
Cosa c’è dietro ‘La vita bugiarda degli adulti’?
Il film ci presenta uno scenario diviso in due parti simmetriche. Da una parte la famiglia di Giovanna residente al Vomero. Lì si conduce una vita fatta di finti buoni vuoti a scuola, di cene sul terrazzo che affaccia su via San Giacomo e di tradimenti nascosti sotto la maschera della buona educazione e del contegno. Dall’altro lato abbiamo il Rione in cui vive la zia Vittoria, appartamenti popolani condivisi, frasi urlate dal balcone e insulti in napoletano.
Anche questa Napoli è fatta di tradimenti, questi però vengono sbattuti in faccia e messi per iscritto. Ed è proprio quello che fa la zia Vittoria con la moglie del suo amore più grande, Enzo. Dal giorno della sua morte, Vittoria amante di Enzo e Margherita sua moglie, scelgono di non frasi la guerra per la sola colpa di aver amato lo stesso uomo, ma di vivere in tranquillità i loro ultimi anni di vita.
Da qui capiamo che anche Vittoria è una donna buona e non così cattiva come i genitori di Giovanna vogliono far credere alla figlia, e lo capiamo da come cerca di aprire gli occhi a Giovanna, da come si prende cura dei figli di Enzo e di Margherita trattandoli come se fossero suoi figli,
Giovanna è in bilico fra questi due mondi e per tutta la serie sembra non prendere una decisione effettiva su che persona diventare e a quale mondo appartenere. Ma alla fine Giovanna una cosa la comprende: tutti gli adulti della sua vita, chi di più e chi di meno, sono dei bugiardi.
Da qui la consapevolezza di voler essere una persona diversa e ‘scegliere di non scegliere’ e per questo la ragazza alla fine va via e decide di non appartenere a nessuno, nella speranza di non fare mai parte della vita bugiarda degli adulti.