“Verba volant, scripta manent” e certe volte è davvero necessario che alcune parole non si disperdano nella memoria ma che rimangano vive nel ricordo di tutti.
In alcuni casi le parole che non vanno dimenticate sono il nome e la vita di uomini i cuoi meriti vanno celebrati e ricordati, soprattutto alle generazioni che verranno. Perché anche di questo è fatta la storia di una grande città come Napoli.
Sabato 9 aprile, in virtù della decisione della Commissione toponomastica del Comune di Napoli presieduta dal sindaco Luigi De Magistris, si è svolta la cerimonia per l’intitolazione di un pezzo di Via Aniello Falcone, lo slargo di fronte al civico 262, a Francesco De Martino.
“Storico, giurista, statista”: ecco come viene ricordata la personalità di un uomo che con la sua stessa vita ha contribuito a scrivere una lunga ed importante porzione della storia di Napoli e dell’Italia tutta.
Tra i più illustri studiosi di diritto romano si dedicò con passione non solo ai suoi studi ma, anche, alla vita politica del Paese.
Storico segretario del PSI, candidato come Presidente della Repubblica (perse contro Leone), coinvolto anche nella sua sfera più intima da uno dei momenti più bui dello scorso secolo (il figlio, Carlo, fu rapito durante gli anni di piombo) fu uomo poliedrico e dai mille meriti.
All’affollata cerimonia sono intervenuti i familiari, il sindaco Luigi De Magistris ed il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Francesco Paolo Casavola.
È stata data lettura delle parole scritte per l’occasione dal Presidente della Repubblica Mattarella, dai Presidenti della Camera e del Senato e da Napolitano e di alcuni scritti particolarmente suggestivi e significativi, come la lettera indirizzata a De Martino scritta da Alexandros Panagoulis, al fine di ringraziarlo per gli sforzi profusi per favorire la liberazione sua e di altri prigionieri politici greci.
Un atto dovuto da parte della nostra città nei confronti di un uomo, un napoletano che proprio a Via Aniello Falcone visse e che possiamo immaginare con lo sguardo perso, per pochi istanti, nello splendido panorama partenopeo con la testa colma di parole e pensieri.
Splendide, tra tutte, alcune delle parole lette da Francesco Paolo Casavola: “Se conoscessimo i personaggi cui si intitolano strade piazze e slarghi della nostra città daremmo loro un quotidiano allungamento della vita accompagnando le nostre. Sarebbe conferire loro un’eternità civile”.