Le avete sicuramente viste centinaia, se non migliaia di volte, camminando per Piazzale Tecchio. Magari stavate andando allo stadio o alla Mostra d’Oltremare, forse vi eravate recati all’università o semplicemente siete passati di lì con la macchina ma, indipendentemente dal perché le avete viste, sicuramente lo avete fatto. Le Tre Torri di Fuorigrotta sono il frutto di un progetto di riqualificazione urbanistica che, purtroppo, non ha raggiunto gli obiettivi sperati. Eppure, originariamente, l’idea dello studio Pica Ciamarra quando presentò il progetto nel 1990 era quello di trasformare quell’area della città rimasta immutata dai tempi del fascismo. Il significato delle torri è metaforico, rappresentano il passato, il presente e il futuro, ma anche la natura, la memoria e l’informazione, tre aspetti imprescindibili della vita di ogni individuo. In realtà, ognuna di esse aveva anche un utilizzo concreto ben preciso.
La Torre del tempo e dei fluidi
Il passato. Costruita interamente in legno, la scala al suo interno rappresenta il senso di movimento della natura e lo scorrere del tempo. La vela al suo interno altro non è che una meridiana (la più grande d’Europa), ma anche un dispositivo che avrebbe dovuto riprodurre suoni attivandosi con il vento.
La Torre della memoria
Il presente. Costruito in pietra e ferro, è in realtà un gigantesco periscopio che avrebbe dovuto mostrare, a chi si fosse posizionato sotto di essa, un panorama mozzafiato che andava dal mare di Bagnoli al centro storico della città.
La Torre dell’informazione
Il futuro. La struttura è totalmente in allumino ed è caratterizzata dalla presenza di molte antenne paraboliche. Il grande schermo in alto avrebbe dovuto trasmettere le notizie del giorno.
Indipendentemente dalle piccole curiosità su ognuna di esse, oggi, abbandonate all’incuria del tempo, le tre torri non rappresentano ovviamente l’idea originale del progetto, ma un’eventuale ristrutturazione potrebbe “regalare” a Napoli tre costruzioni uniche di cui vantarsi.