Riprendono i salotti di Parthenope e Sebeto. Il 16 settembre 2021 alle 17 nella Basilica della Pietrasanta, divenuta culla dei Saperi Positivi da oltre un anno, riparte il ciclo di incontri culturali previsti nell’ambito delle Olimpiadi di quei Saperi, come rassegna mensile di libri che essenzialmente rispondano alla ‘ratio’ dell’interazione dei Saperi e dei linguaggi.
Il progetto per le designazioni al ‘Premio Parthenope e Sebeto‘ si basa su focus mensili che evidenziano all’attenzione della comunità educante e quindi all’opinione pubblica scritture dal respiro ampio e dalla connotazione di una particolare soglia ‘emozionabile’ che sfociano in luoghi simbolici di altra e superiore sensibilità; l’intento è celebrare anche per questo incontro la pluralità trasversale e fluida del linguaggio dell’estetica e delle emozioni attraverso il libro ‘Forme di attesa‘ dello scrittore e giornalista Enzo Ragone. Le poesie chiare e profonde evocano ‘frammenti di identità’ dell’autore che consentono il riconoscimento di esperienze di innumerevoli altri frammenti di altre individualità perché riconducibili all’animo umano consapevolmente perso nello scardinamento della dimensione temporale. In questo contributo, diamo evidenza alla poesia contrassegnata dal n.8 e di cui il secondo verso ‘ma tu legami a te’, divenuto per chi scrive l’indicatore allitterativo di riconoscimento della lirica stessa, invade la sensibilità emozionale di chi legge: l’imperativo del verbo incisivo per il modo verbale stesso e per la visualizzazione tangibile di quel ‘lega’ che si esplica tra i pronomi personali tu, la particella pronominale mi per ritornare poi a quel te, esprime l’urgenza dell’essere in due per riemergere dall’abisso dello stesso animo umano che spesso soffoca in un groviglio di impotenze esistenziali l’anelito alla vita che non può rispondere alle sole categorie della razionalizzazione a tutti i costi. Come si impone il processo di atemporalità così la forza del sentimento si staglia nel panorama delle risorse come unica via per poter riemergere da un qualunque abisso anche prescindendo dalla razionalità.
Vicende di sentimenti che si sublimano attraverso le sonorità e l’assenza di sonorità. Ascolto dunque, legato al silenzio e quindi all’assenza di sonorità, e suono inteso come parola che si imprime nel candore della pagina bianca, come fosse una tavolozza di cromie da creare, diventano gli unici canali per porsi in contatto l’uno con l’altro. Ed è proprio questa connotazione della transavanguardia, corrente di pensiero tenuta a battesimo in Italia dal critico Achille Bonito Oliva, cui l’intera valenza espressiva compresa nel libro di Ragone si riconduce, ad essere particolarmente vicina allo spirito trasversale dell’impianto organico delle Olimpiadi. Le poesie si avvicendano con le espressioni figurative dell’artista Nicola De Maria in una piena condivisione di strumenti comunicativi che rimandano l’una modalità all’altra in maniera non consequenziale: il livello comunicativo diventa quello delle emozioni, livello che fonde i colori figurativi già sensoriali con i colori estetici sensoriali, perché propri delle emozioni, della parola che invade il bianco della pagina. Ne viene fuori un rinnovamento della grazia della sensibilità che trova rimandi continui da tirar fuori a seconda dell’animo di chi legge: ‘Tu legami a te con le alghe danzanti’ nel mare come abisso infinito sono immagini della memoria culturale che ci riportano allo struggimento d’amore della Sirena Parthenope lasciatasi morire nel golfo di Napoli per il disincanto di Ulisse e per un ascolto individualistico del canto della divina creatura. E siamo ancora nel mare, il mare come infinito sensoriale ma anche come abisso dalla cui profondità si riemerge. La dimensione della relazione a due viene integrata in quella universale della Natura. I fondali indicano che c’è un limite rispetto all’abisso che invece non è senza confini nel significato olistico. L’abisso è la profondità dell’animo e dalla profondità dell’animo si può riemergere se si guarda all’altro da sé perché nella intensa trasparenza del mare quel plurale di individualità può assumere più agevolmente la verticalità necessaria per tendere alle altezze di ogni dimensione.
I salotti di Parthenope intendono promuovere riflessioni condivise perché la cura del sé e dell’altro siano sempre più il primario bene comune!
Vicende di sentimenti che si sublimano attraverso le sonorità e l’assenza di sonorità. Ascolto dunque, legato al silenzio e quindi all’assenza di sonorità, e suono inteso come parola che si imprime nel candore della pagina bianca, come fosse una tavolozza di cromie da creare, diventano gli unici canali per porsi in contatto l’uno con l’altro. Ed è proprio questa connotazione della transavanguardia, corrente di pensiero tenuta a battesimo in Italia dal critico Achille Bonito Oliva, cui l’intera valenza espressiva compresa nel libro di Ragone si riconduce, ad essere particolarmente vicina allo spirito trasversale dell’impianto organico delle Olimpiadi. Le poesie si avvicendano con le espressioni figurative dell’artista Nicola De Maria in una piena condivisione di strumenti comunicativi che rimandano l’una modalità all’altra in maniera non consequenziale: il livello comunicativo diventa quello delle emozioni, livello che fonde i colori figurativi già sensoriali con i colori estetici sensoriali, perché propri delle emozioni, della parola che invade il bianco della pagina. Ne viene fuori un rinnovamento della grazia della sensibilità che trova rimandi continui da tirar fuori a seconda dell’animo di chi legge: ‘Tu legami a te con le alghe danzanti’ nel mare come abisso infinito sono immagini della memoria culturale che ci riportano allo struggimento d’amore della Sirena Parthenope lasciatasi morire nel golfo di Napoli per il disincanto di Ulisse e per un ascolto individualistico del canto della divina creatura. E siamo ancora nel mare, il mare come infinito sensoriale ma anche come abisso dalla cui profondità si riemerge. La dimensione della relazione a due viene integrata in quella universale della Natura. I fondali indicano che c’è un limite rispetto all’abisso che invece non è senza confini nel significato olistico. L’abisso è la profondità dell’animo e dalla profondità dell’animo si può riemergere se si guarda all’altro da sé perché nella intensa trasparenza del mare quel plurale di individualità può assumere più agevolmente la verticalità necessaria per tendere alle altezze di ogni dimensione.
I salotti di Parthenope intendono promuovere riflessioni condivise perché la cura del sé e dell’altro siano sempre più il primario bene comune!