Due zone della città massicciamente urbanizzate, quelle di Soccavo e Pianura, che fino agli anni Cinquanta-Sessanta presentavano, invece, caratteristiche prettamente rurali. Solo due generazioni fa – il dato senz’altro stupisce – in quelle aree le persone praticavano quasi esclusivamente l’agricoltura, quindi l’urbanizzazione rapida ed inclemente, ad ospitare la popolazione che in pochi anni è raddoppiata, e poi ancora quadruplicata. Se da un lato lo sviluppo urbano si è reso indispensabile al naturale accrescersi della cittadinanza, dall’altro ha rapidamente snaturato il territorio; senza riuscire però, fortunatamente, a spazzare via la memoria di ciò che fu.
Un immenso tesoro è ancora costituito dagli “anziani” (neanche poi tanto, visto che si tratta di uomini e donne a partire dai 62 anni) originari di tali luoghi.
A raccogliere, organizzare e riportare le testimonianze parte di tale immenso patrimonio, Adriana Cascone con il suo Lessico dell’agricoltura a Soccavo e Pianura (pp. 500, Edizioni dell’Orso).
L’autrice ha conseguito il Dottorato di ricerca in Filologia Moderna presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, è stata inoltre titolare di una Borsa di studio biennale di Post-Dottorato promossa dal Centro LeItaLie (Lessicografia dell’Italoromanzo e delle lingue europee), e si è occupata di numerose indagini di tipo etnolinguistico e geolinguistico, orientando le proprie ricerche verso studi di lessicografia storica e sincronica; in particolare, nell’ultimo ambito di ricerca, sui problemi di natura teorica e operativa derivanti dall’elaborazione di glossari dialettali costruiti a partire da etnotesti.
Il pregiato volume Lessico dell’agricoltura a Soccavo e Pianura, è un glossario dell’agricoltura che propone, oltre ai risultati di un’approfondita e precisa analisi linguistica, un resoconto dettagliato delle condizioni in cui si è operata la ricerca. I capitoli dall’1 al 4 includono, infatti, una breve presentazione della realtà storica, sociale e territoriale dei due quartieri – con approfondimento sul passaggio da borghi rurali ad aree fortemente urbanizzate -, delle fonti, delle modalità d’inchiesta e dei criteri seguiti nella composizione dell’opera, fino a giungere alle considerazioni conclusive – di rito – e alla vera e propria raccolta di vocaboli.
Il glossario, come esplicato nel testo, nasce a seguito di numerosi colloqui, organizzati a partire dal 2006, con 22 intervistati appartenenti per nascita, o permanenza, ai quartieri Soccavo e Pianura; costituendo un significativo traguardo anche perché basato non su questionario di traduzione ma su conversazioni semispontanee.
Il prezioso volume, inoltre, comprende un’interessante appendice costituita da una selezione di fotografie a colori, che guidano il lettore, anche visivamente, nella scoperta e nella comprensione del tesoro della terminologia agricola napoletana. A corredo del manuale, inoltre, vi è un importante supporto digitale, costituito da un CD-ROM dedicato ad un ulteriore approfondimento, che comprende ulteriori immagini, dati, proverbi, modi di dire e tanto altro ancora…
Chapeau dunque, a questa ricercatrice e alla sua imponente opera perché, se è vero che la dimensione rurale (soprattutto in qualità di mestiere in via esclusiva) nei nostri territori sta pian piano svanendo, è anche vero che attività di ricerca come questa, praticate con minuziosità e amore, sono indispensabili “perché la libertà della memoria non resti domani solo privilegio dei poeti”.