Lo sapevi che esiste una statua che rappresenta il Corpo di Napoli?

Corpo di Napoli
Corpo di Napoli

Lo sapevi che a Napoli c’è una statua che viene definita ‘il corpo di Napoli’?

Piazzetta Nilo, a pochi passi dal largo Corpo di Napoli. E tanto basta, tutto chiaro, no? In realtà, è un po’ più complicato: cosa c’entra il Nilo con Napoli?

La storia del Corpo di Napoli

In questa zona nei tempi della Napoli greco-romana si trasferirono tantissimi egiziani, provenienti da Alessandria d’Egitto. Erano delle colonie che i napoletani chiamavano ‘nilesi’ in onore del Nilo, il fiume egiziano. Poi però con il tempo questa statua è diventata anche simbolo di Napoli…

Nel dodicesimo secolo la statua fu trovata senza testa e fu per errore stabilito che fosse una statua di donna perché c’erano dei bambini, i putti, che sembravano allattarsi al suo seno. Per questo i Napoletani interpretarono quel corpo come la città madre dalla quale i giovani figli prendevano sostentamento. Da qui il nome del largo che ospita la statua: largo Corpo di Napoli!

Napoli è nutrimento

Il Corpo di Napoli è lì, disteso, apparecchiato, pronto a essere sbranato senza opporre resistenza. E noi di quel Corpo ci cibiamo, fino a sentirci sazi, fino a consumarlo fino all’osso, fino a vergognarci di quanto ci siamo abbuffati senza restituire nulla in cambio. Ci sentiamo padroni di quel Corpo. Oggetto dei nostri desideri più profondi, rinnegabile quando non ci soddisfa. È il Corpo di Napoli, noi siamo Napoletani: è il nostro Corpo e… ci facciamo quello che vogliamo? Eh sì, somiglia proprio a quello slogan. 

Ma ce lo meritiamo un corpo così bello? Sappiamo davvero valorizzarlo? Cosa ci racconta, realmente, senza filtri, nel bene e nel male, il Corpo di Napoli?

Una città messa a nudo

È il racconto di Napoli abusata, Napoli da cartolina. Napoli da divorare, Napoli da distruggere, da lavare col fuoco, da rifare daccapo. Napoli da rispettare, da amare e venerare. Napoli da bere e da mangiare. Napoli da sputare. Napoli senza speranza, Napoli senza futuro. Napoli orgoglio del meridione, Napoli fogna d’Italia. Napoli resistente, resiliente, Napoli sconvolgente. Napoli che puzza, Napoli, che pizza!

È la narrazione di una Napoli che non ne può più: da troppo tempo viene maltrattata, incompresa, inutilmente e banalmente esaltata. Non ne può più proprio di questi Napoletani; di questi Napoletani che la raccontano male, la sporcano, la innalzano credendo sia perfetta, senza capire che è proprio a causa loro che resta imperfetta.

È una statua, come la città: inerte e inerme. Perché, fondamentalmente, di difendersi non ne ha neanche tanta voglia, figurarsi di mettersi a fare la guerra. Ci pensano coloro che ‘difendono la città’. Ah, se lo facessero davvero… sugli spalti di un campo da calcio lo fanno benissimo. E in tutti gli altri campi? Probabilmente non basterebbe un nuovo Maradona.

È un controsenso perché è popolata da gente semplice e felice. Gente che ancora si innamora davanti al mare. Gente che ancora lascia una notte intera il ragù a pappuliare. Gente che di notte, il 6 gennaio, si avventura per le strade alla ricerca del regalo giusto. E allo stesso tempo è popolata da gente senza cuore. Gente che critica i suoi concittadini quando questi hanno successo. Gente che fa del male ad altra gente. Gente che di notte, ogni notte, si avventura per le strade alla ricerca dello scippo giusto.

Mille culure

Quanti luoghi comuni, vero? Ma Napoli è esattamente tutto questo: è pizza, sole e mandolino; è camorra e spaccio; è cultura e arte; è abbandono e disagio. Chi non riesce a vedere entrambi i lati della medaglia non è un vero Napoletano. E chi non riesce a scegliere di stare dal lato giusto non meriterà mai di essere definito tale.

Non è vero niente ed è vero tutto quello che c’è scritto qui sopra. Come non è vero che quella statua rappresenta il corpo di Napoli. Ma a Napoli abbiamo deciso che è così, e quindi è così anche se non ha senso. Roba normale nella città più controversa del mondo. Sì, perché se solitamente tutte le cose del mondo sono o bianche o nere, Napoli è sia bianca che nera, allo stesso tempo, ma poiché è di Napoli che stiamo parlando e bianconera non potrà mai esserlo – e nemmeno grigia –, meravigliosamente sa essere di mille culure.

Il video racconto della leggenda lo trovi qui.

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