Maddalena Cerasuolo e le Quattro Giornate di Napoli

A 80 anni dalle Quattro Giornate di Napoli, la storia di Maddalena Cerasuolo e del suo profondo «amor di patria».

In occasione dell’80°anniversario delle Quattro Giornate di Napoli, che cade proprio in questi giorni (27-30 settembre), sembra più che doveroso omaggiare, nello spazio di questa rubrica al femminile, il ricordo di Maddalena Cerasuolo, eroina della Resistenza partenopea e simbolo di una battaglia che coinvolse tutti: uomini, donne e bambini.

Maddalena Cerasuolo, detta “Lenuccia”, nacque a Napoli il 3 febbraio del 1920 in una numerosa famiglia del quartiere Stella. Crebbe nel vico Neve assieme alle sue cinque sorelle e ai due fratelli, poi iniziò a lavorare come operaia in un calzaturificio.

Nel 1943, mentre Napoli era vittima di pesanti bombardamenti e nel quartiere Materdei iniziavano gli scontri armati, Maddalena si unì volontariamente al gruppo dei “cercatori d’armi”, e mise a rischio la propria vita per impedire che i tedeschi depredassero una fabbrica della zona.

Mossa dall’amore per la sua patria e dall’esempio di suo padre Carlo, anch’egli militante della Resistenza antifascista, combatté con i partigiani dei rioni Materdei e Stella, guidati proprio dal padre, per difendere il Ponte della Sanità, importante via d’accesso alla città. Questo episodio le valse una medaglia di bronzo al valore militare, riconoscimento che solo lei, tra le donne, ricevette. 

Dal 23 ottobre 1943 all’8 febbraio 1944, Maddalena Cerasuolo con il nome di battaglia “Maria Esposito” collaborò con i servizi segreti britannici operando con lo Special Operations Executive (SOE), una speciale organizzazione attiva durante la Seconda guerra mondiale. Così, dopo un breve periodo di addestramento a Forio d’Ischia, prese parte a due importanti missioni militari: Hillside e Kelvin. Sempre per conto degli inglesi, si paracadutò oltre le linee nemiche tracciate tra Roma e Montecassino e poi, fingendo di essere una cameriera, tentò di raccogliere informazioni sulla strategia tedesca.

Finita la guerra restò a Napoli, si sposò ed ebbe quattro figli. È morta nella sua città il 23 ottobre 1999, dopo una vita spesa per celebrare e tramandare la memoria di quelle giornate di fine settembre che hanno cambiato la storia di Napoli e del suo popolo.

Dal 2011 il Ponte della Sanità porta il nome di Maddalena Cerasuolo, perché chiunque vi passi possa ricordare la storia di quella «ragazza piena d’amor di patria», come lei stessa si definì nella poesia La mitraglietta, che con audacia lottò in prima linea per liberare Napoli dall’occupazione nazista.

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